È in corso la riunione del consiglio d’amministrazione di Unicredit che dovrà mandare in archivio il bilancio 2018 con un utile netto di 3,892 miliardi di euro: il vero problema però per la super-banca tra le più importanti d’Europa è il rischio di una maxi multa che potrebbe giungere all’orizzonte dopo l’indagine “monstre” in corso su 8 banche europee per una presunta violazione della normativa antitrust in relazione ai titoli di stato europei. L’inchiesta è partita dalla Commissione Europea per il periodo tra il 2007 e il 2012 e la stessa Unicredit rischia una maxi multa, come confermato dalla stessa società in una nota: «una richiesta di supplemento al proprio Documento di Registrazione e al Prospetto di Base relativo al Programma di emissione di certificati di investimento approvato da Consob». Tale supplemento contiene tutte le informazioni relative ai vari rischi connessi al procedimento Ue: Unicredit, come riporta l’Ansa, non considera «più remoto, ma possibile, sebbene non probabile, un esborso di cassa volto al pagamento di una potenziale sanzione. Sulla base delle informazioni attualmente a disposizione, non risulta possibile quantificare in maniera attendibile l’importo di una eventuale sanzione che potrebbe arrivare ad un ammontare massimo del 10% del fatturato annuo mondiale della società».
RISCHIO MULTA UNICREDIT: COSA CAMBIA
Di fronte all’indagine che vede coinvolte 8 banche europee tra cui Unicredit, la tesi dell’accusa è che vi sia stato una sorta di “accordo” tra gli stessi istituti di credito per una compravendita “controllata” dei vari Titoli di Stato: «La scadenza per la presentazione da parte di UniCredit di una risposta alle obiezioni sollevate dall’Ue è fissata al 29 aprile, salvo possibili proroghe la cui concessione rimane a discrezione della Commissione», riporta ancora la nota di Unicredit in cui si precisa che «la banca allo stato attuale non è possibile stabilire se e quando avrà luogo un’audizione. Non esistono – viene evidenziato dall’istituto – termini legali che impongono alla Commissione di concludere le indagini antitrust entro scadenze prestabilite». L’Antitrust Ue aveva spiegato lo scorso 31 gennaio che il procedimento avviato contro Unicredit e le altre banche Ue intendeva fa luce su presunto cartello «per distorcere la concorrenza nel trattare titoli di Stato europei»: il forte timore era che i traders impiegati si scambiassero diverse informazioni sensibili e coordinassero le proprie strategie di vendita tramite delle chat online. Ora la banca di Piazza Gae Aulenti ha tempo fino al 29 aprile per presentare alla Consob del presidente Savona le sue controdeduzioni ma il rischio di una multa – e di eventuali ripercussioni su conti correnti e operazioni – potrebbe non essere così remoto qualora venissero confermate le responsabilità della banca. «Non ho niente da dire. Siamo qui per l’assemblea», così il primo e finora unico commento dell’a.d. Jean Pierre Mustier, al Sole 24 ore che gli chiedeva se nel primo trimestre 2019 l’istituto preveda di fare accantonamenti legati alle possibili sanzioni Ue su violazioni antitrust legate ai titoli di Stato europei.