Negli anni passati si sono susseguiti tanti allarmi e avvertimenti sui rischi riguardanti il consumo di ecstasy. Ad esempio, si diceva che uccide le cellule cerebrali, porta al morbo di Parkinson e alla depressione. Ciò non si è rivelato vero: come evidenziato da Welt, studi longitudinali hanno dimostrato, infatti, un effetto limitato sulle prestazioni della memoria, anche con l’uso a lungo termine. Inoltre, il quotidiano tedesco precisa che il numero di morti per ecstasy in Germania è stato a una cifra per anni, mentre nel 2022 ce ne sono stati otto. Ciò non vuol dire che questa droga non faccia male. Con la sua popolarità, infatti, è emerso anche il lato oscuro dell’MDMA, perché comunque il consumo eccessivo di ecstasy ha effetti negativi. Se prima l’abuso di ecstasy non aveva avuto conseguenze così devastanti come l’ondata di crack o l’epidemia di eroina, ora gli scenari sono differenti.
Il consumo di ecstasy, passato in gran parte inosservato dai media, è aumentato, nello specifico è triplicato negli ultimi dieci anni. Inoltre, la dose media di MDMA contenuta in una pillola è triplicata, spiega il quotidiano tedesco Welt. Invece di piccole compresse, ora circolano bricchette grosse. Ad esempio, le pillole “Blue Punisher” che circolano ora erano estremamente sovradosate a circa 270 milligrammi, troppo per i giovani.
ECSTASY PERICOLOSA? LA SCIENZA PERO’ LA USA PER PTSD
Ma questa è una delle conseguenze del mercato nero non regolamentato, in quanto sono i criminali a stabilire cosa consumano i festaioli, nessuno sa esattamente cosa e quanto c’è nelle pillole. In assenza di una regolamentazione statale, la scena si è data alcune regole di base, chiamate “uso sicuro”: testare solo a metà le pillole sconosciute, bere abbastanza liquidi, nessun consumo misto, diverse settimane di pausa tra le feste.
Nel frattempo, istituti famosi come la Johns Hopkins University di Baltimora hanno recentemente studiato l’efficacia dell’ecstasy nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), non come farmaco da assumere regolarmente, ma per guardare alle esperienze traumatiche in modo nuovo con un supporto psicologico. I primi risultati sono promettenti. Se in passato l’ecstasy trovava il suo successo sulle piste da ballo della scena techno e house, in una relazione tra droga e una sottocultura così sinergica, ora invece si aprono nuove prospettive in parallelo a nuovi allarmi. L’Australia, ad esempio, è stato il primo Paese ad approvare l’ecstasy per il trattamento di tali disturbi.