Educazione affettiva e sessuale a scuola, progetto pronto per la partenza ma gli insegnanti hanno ancora lacune, servono finanziamenti per la formazione

L’introduzione dell’educazione affettiva a scuola è un argomento di discussione che da anni viene riproposto dai politici come necessario ai fini della prevenzione delle violenze di genere e del fenomeno dei femminicidi. Alla luce degli ultimi fatti di cronaca, molti politici stanno ora sostenendo che bisognerebbe agire subito con un decreto legge che preveda l’immediata partenza di questi insegnamenti, inseriti anche nella riforma dei programma scolastico di Valditara, a patto che i genitori firmino per il consenso, specialmente per gli studenti delle scuole medie e superiori, per i quali sono previste anche lezioni di educazione alla sessualità.



Il problema sollevato da molti però, che deve essere risolto prima dell’inserimento delle materie, è quello della formazione degli insegnanti. Perchè, come ha mostrato una rapporto Ue relativa al livello di competenze nell’ambito, l’Italia resta ultima in classifica, ed è uno dei pochi paesi nei quali questo tipo di esperienze e conoscenze non vengono mai neanche riportate nei curricula, mentre all’estero sono considerati requisiti fondamentali per certificare e valutare la completa preparazione dei docenti.



Insegnanti italiani all’ultimo posto in Europa per competenze sull’educazione affettiva e sessuale

Nonostante la presentazione di vari decreti legge che prevedono l’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale a scuola, quello che manca per rendere concreto l’insegnamento di queste materie, sono i fondi per la formazione degli insegnanti. Celeste Costantino,  vicepresidente della fondazione Una, nessuna, centomila, ha spiegato al Fatto Quotidiano, che è impossibile far partire il progetto a costo zero, perchè vanno colmate le carenze dei docenti, per rispondere alle nuove esigenze di studenti e famiglie. Negli altri paesi europei le competenze in materia di affettività e sessualità sono requisiti richiesti ormai da più di 10 anni per i professori delle scuole pubbliche. In particolare in Francia e Germania, dove è previsto un minimo di ore l’anno riservato proprio a tali aspetti, a partire dalle scuole di infanzia.



La necessità di aumentare nei ragazzi la consapevolezza su questi temi è stata poi sottolineata anche dall’Oms, che ha pubblicato una statistica europea nella quale emerge un aumento pericoloso del sesso non protetto tra adolescenti, con conseguenti malattie e gravidanze indesiderate, oltre a una incidenza sempre più elevata dei fenomeni di violenza, che spesso gli adolescenti non sanno come denunciare.