Il Sussidiario pubblica una selezione di “tesine” presentate da alcuni studenti all’esame di maturità. La tesina, disponibile con link a lato testo, è introdotta da un breve articolo, in forma di lettera al direttore, in cui l’autore spiega il progetto, la storia, le motivazioni del suo lavoro. Gli studenti che volessero inviare la propria tesina possono farlo scrivendo a [email protected]
Caro direttore,
Il progetto della mia tesina è iniziato con il fascino nato di fronte alle poesie di Baudelaire e, in particolare, di fronte al disgregarsi della sua personalità nella contemporanea e disperata ricerca di Bene e Male, Bello e Orrido, Divino e Demoniaco… La mia idea era, dunque, di incentrare la tesina semplicemente sulla frammentazione dell’uomo moderno.
Ma scavando nell’opera Les Fleurs du Mal e, quindi, nel cammino poetico baudelairiano, è emersa una tensione verso qualcosa che non sia diviso, verso un’unità che riunisca e salvi l’uomo, sperso in un viaggio privo di punti di riferimento.
Per questo ho “rubato” il termine nostalgia a Davide Rondoni dal suo libro La parola accesa: questa parola, infatti, mette pienamente in luce lo struggimento dell’uomo verso un ideale di unità.
A questo punto del lavoro, dunque, il tema del “doppio” non era più il nucleo centrale, ma una parte di un percorso verso un “uno”. Per questo sono nate le ultime due sezioni: una sulla figura di Edipo, in quanto uomo che scopre essere altro da sé, ma che poi viene riunificato da un dio, e l’altra su una piazza di Berlino, Potsdamer Platz, che nel ‘61 è stata divisa a metà dal muro che attraversava la città.
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Quest’ultima è stata la parte più inaspettata, nata dopo una visita scolastica nella capitale tedesca. L’architettura, infatti, mi sembrava non poter c’entrare con un tema così prettamente “umano” e, invece, è stato interessante scoprire che anche nella forma di un palazzo, nel materiale con cui viene costruito c’è tutta la volontà dell’uomo di rendere nuovamente unito ciò che era spaccato.
Ed è proprio il manifestarsi della nostalgia dell’uno, del desiderio di unità in tutte le opere ed espressioni umane ciò che più mi ha entusiasmato. Infatti “l’interessante è chiederti che senso ha quello che stai studiando rispetto al tuo bisogno” (Giorgio Vittadini): l’interessante è la scoperta che non solo non c’è soluzione di continuità tra l’Edipo re del IV secolo a.C. e l’uomo moderno che nasce dopo Baudelaire, ma che questi stessi uomini c’entrano con me, che il mio desiderio non è diverso dal loro, ma ha la stessa richiesta di un’unità, di un punto fermo che doni la pace al cuore.
(Marta Montemerlo)