L’esame orale è il momento conclusivo della Maturità e molti studenti sono in cerca di consigli su come comportarsi di fronte alla commissione e, in particolare, ai professori esterni, che non li conoscono. L’obiettivo di ogni maturando è quello di mostrarsi sicuro nell’esporre le proprie conoscenze, in modo da far capire che ha studiato e che sa ciò che dice. È d’altronde anche un trucco per aggirare eventuali imprecisioni. Se da un lato c’è chi è più propenso a farlo, parlando a raffica, c’è anche chi è più insicuro e dunque teme questa prova finale più di quelle scritte. A dare loro qualche consiglio ci ha pensato Mariangela Calia, docente di public speaking nonché attrice, che ne ha parlato a Repubblica.
È innanzitutto fondamentale precisare che “una buona preparazione sta alla base”. È da questa infatti che arriva gran parte della sicurezza. Non è, però, tutto. È infatti altrettanto importante arrivare psicologicamente pronti al momento dell’esame. Non soltanto nei giorni precedenti, ma anche in quei minuti o addirittura ore di attesa. “Prima di entrare in aula, tre bei respiri usando il diaframma per dominare ansia e adrenalina”, consiglia l’esperta. Poco dopo, ci si ritroverà di fronte a una commissione pronta a giudicare, più o meno positivamente. La prima impressione è cruciale. Il saluto, in tal senso, “indica una modalità colloquiale e non piramidale di interfacciarsi: è un modo per mostrare fiducia in se stessi, dire che si è esperti in quello che si sta per comunicare”.
Come comportarsi all’esame orale della Maturità 2024: i consigli di Mariangela Calia
L’esame orale vero e proprio alla Maturità inizia quando il candidato si siede di fronte alla commissione e inizia a disquisire degli argomenti richiesti. È qui che la postura è di fondamentale importanza. “Mai stare ricurvi su ste stessi, le spalle devono essere aperte e le gambe parallele. I gesti non devono essere scomposti, ma accompagnare lievemente il discorso. Così come il sorriso, mai nervoso ma coerente con ciò che si sta dicendo”, spiega l’esperta Mariangela Calia. Altrettanto cruciale per esprimere sicurezza è lo sguardo. “Non va mai abbassato né disperso”. Il contatto visivo può essere ad esempio mantenuto con un professore o con l’altro, in base a ciò di cui si sta parlando.
Non è importante solo cosa si dice, ma anche come lo si dice. “La comunicazione deve essere chiara, lenta ed espressiva. Non semplicemente ripetere, ma spiegare e raccontare, così da dimostrare padronanza dell’argomento”. E di non ricordare qualcosa, può succedere, ma non si deve andare nel panico. L’obiettivo è evitare la cosiddetta scena muta, prendendo tempo ad esempio chiedendo di ripetere la domanda. “Se non abbiamo la risposta in modo puntuale, possiamo pensare a possibili collegamenti con l’argomento e parlare di quelli. In questo modo il cervello ricorderà qualcosa e la commissione verrà portata dalla propria parte”. Infine, a giochi fatti, i saluti: “Una stretta di mano oppure un semplice ‘arrivederci’ e un ringraziamento”.