• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Educazione » SCUOLA/ Il nozionismo buono, quello cattivo e i suoi “complici”

  • Educazione

SCUOLA/ Il nozionismo buono, quello cattivo e i suoi “complici”

Sergio Bianchini
Pubblicato 17 Maggio 2013
scuola_cultura_librodigitaleR439

Infophoto

Che rapporto c’è tra il nozionismo, che si è cercato per anni di stigmatizzare, e il gigantismo del nostro curricolo scolastico? L’analisi e le proposte di SERGIO BIANCHINI

Il nozionismo è attaccato da tutti ma in realtà si espande di nascosto perché non può morire e non ha, per ora, alternative. Può essere normato, precisato, integrato, ma deve essere legittimato culturalmente e solo così ridefinito assieme alle altre necessità del lavoro scolastico.

Sono decenni che assistiamo a tentativi (verbali) di riorganizzare tutta la scuola secondo un nuovo e salvifico concetto. Negli anni 60 iniziò la lotta al bieco nozionismo, con la prospettiva salvifica della formazione dell’uomo critico e socialmente sensibile. Si creò una contrapposizione tra sapere disciplinare e comprensione della realtà. Così uscirono dalle scuole legioni di “spaccapelisti” (quelli che su ogni questione sollevavano dibattiti) sempre più ignoranti e magari saccenti. Intendiamoci, il grosso degli alunni, dei genitori e degli insegnanti ha sempre pensato che essere ben preparato nelle varie discipline fosse un buon segno ed una buona meta, ma stavano bene attenti a non assumere lo spaventoso titolo di “secchione”, o di “insegnante tradizionale”.


SCUOLA/ Latino alle medie, quegli ostacoli “invisibili” che si chiamano didattica, prof e famiglie


Negli anni 70 ci fu un parziale arretramento e la vulgata si attestò nuovamente contro il bieco sapere nozionistico, ma con l’obiettivo del saper fare, e sulla personalizzazione dell’apprendimento.

All’inizio degli anni 90 per un attimo sembrò profilarsi la formazione dell’identità di genere come fondamento del lavoro scolastico a cui, da noi, la valenza educativa e formativa viene da tutti assegnata come prioritaria, assolutamente prioritaria, a volte esclusiva. Oggi va di moda (ma non può essere di massa) lo studente giramondo che è in linea con l’identità mondialista, gradita sia al nostro mondialismo cattolico sia a quello liberale, sia soprattutto alla voglia degli alunni e dei docenti di vincere la noia mortale della routine scolastica nostrana.


SCUOLA/ Educazione sessuale e ddl Valditara, come evitare la trappola delle “istruzioni per l’uso”


“Purtroppo”, nel mondo, tutti gli analisti controllano e confrontano dati sull’apprendimento e sullo sbocco professionale dei percorsi scolastici. E così siamo sotto la media Ocse in quasi tutto. Certo se il clima delle nostre scuole fosse sereno, luminoso, partecipato, sano, attivo, serio ed anche allegro potremmo ignorare i confronti internazionali. Invece nelle nostre scuole, fin dalla prima elementare, sono in continuo aumento i problemi di governo delle classi, di gestione degli alunni problematici, i crescenti conflitti orizzontali e verticali, l’ansia da prestazione, gli stati ansioso-depressivi sia negli alunni che nei docenti. E su tutti pesa il giogo del curricolo gigantesco di 1000 ore annue unico in Europa. Ma permane lamancanza di idee riorganizzatrici vere e realistiche e rispunta sempre la tentazione di far uscire dal cappello il nuovo concetto salvifico, il nuovo obiettivo generale.


Suicidi giovanili, Crepet: "Fallimento della società"/ "Il rapporto con l'IA sostituisce i docenti tutor"


La demonizzazione fatta per ragioni politiche dell’apprendimento tradizionale, basato sulla classica lezione a classe intera seguita dalle interrogazioni e dal compito in classe, è stata tale da oscurare una verità elementare: nella scuola di oggi non possiamo eliminare il lavoro d’aula a classe intera.  Il lavoro tradizionale per mille motivi resta ancora necessario ed utile seppure con i suoi limiti, il maggiore dei quali è la rigidità e la scarsa personalizzazione dell’apprendimento a fronte di alunni molto diversi nella classe. Ma Il lavoro didattico su piccoli gruppi, quello mirato anche su singoli e tutte le altre forme di didattica innovativa ormai consolidate ed esaltate (a parole), relative alla personalizzazione dell’apprendimento, in realtà ristagnano come tutto il resto. 

L’antinozionismo inoltre ha imposto un’enfasi eccessiva e collegamenti meccanici, a volte astrusi, sulla relazione tra sapere e saper fare, tra conoscenze e competenze, tra bagaglio culturale necessario per il futuro ed attualizzazione dell’apprendimento.

Ancora una volta l’estremizzazione, in presenza dell’inettitudine organizzativa dei vertici della scuola e del crollo della qualità dei docenti, ha prodotto in basso, negli istituti scolastici, antitesi paralizzanti e fatto sì che si sviluppi − ma nell’ombra, e con un senso vago di inquietudine e in certi casi di vergogna dei docenti − ciò che sembrerebbe fuori moda, il “nozionismo più bieco”, magari mascherato dal… computer.

La destinazione di una quota consistente del curricolo a stages diluiti in tutto il corso dell’anno, ad esempio, non decolla. E nemmeno un contrasto vero e forte, con metodologie ben note in tutta Europa, alla progressiva e da noi disperata licealizzazione. 

Certo, questo ritorno al nozionismo nella scuola avviene oggi (ma fino a quando?) nascostamente, ma quasi a furor (furorino, silenzio assenso) di popolo, dopo l’ubriacatura pluridecennale di ricerche infinite e di viaggi cosmici senza ritorno. Come al solito tutto avviene fuori da una reale capacità di governo della scuola,  come moda, o come alternativa allo sfinimento, come tendenza dal basso o suggestione gratuita dall’alto o entrambe le cose insieme. 

Non esiste ancora  una definizione, se non del tutto generica, delle conoscenze e competenze minime da acquisire da parte degli alunni (e da erogare, accertare e quindi certificare da parte dei docenti) a livello nazionale per le varie annualità scolastiche e per i vari ordini di scuola. Da qualche anno con Invalsi e continue precisazioni e variazioni dei programmi il ministero cerca di farlo, ma si avanza poco e le polemiche sono infinite. 

Le materie su cui si tenta di aprire una precisazione ed un accertamento più stringenti, con risultati ancora nulli, sono italiano, matematica ed inglese. La mia tesi è che il curricolo nazionale obbligatorio dovrebbe concentrarsi su queste materie lasciando alle aree territoriali ed alle singole scuole l’offerta formativa aggiuntiva che per alunni e famiglie dovrebbe essere opzionale.

Quantificando su base settimanale: 15 ore riservate al curricolo nazionale minimo obbligatorio con annessa certificazione dovrebbero bastare. Vuol dire 3 ore al giorno per 5 giorni. La sostenibilità da parte degli alunni può arrivare massimo a 4 ore al giorno obbligatorie ma non di più.

Nelle secondarie superiori la relazione tra tempo totale obbligatorio, minimi nazionali, le tre competenze base e l’indirizzo andrebbe definita caso per caso. Nei primo otto anni di scuola le 20 ore settimanali obbligatorie potrebbero articolarsi opportunamente con grande flessibilità, regione per regione e scuola per scuola intorno al curricolo minimo nazionale di 15 ore settimanali.

A questo punto alcuni tra gli ansiosi ed i faziosi potrebbero dare in escandescenze. Infatti 700 ore annue di curricolo sembrerebbero loro mostruose, invece sono mostruose le mattine di 6 ore consecutive in vigore da noi di puro tempo aula. Da noi si viaggia quasi al doppio della mia proposta.

Per fortuna esistono in Europa sistemi scolastici con i volumi che piacciono a me. E funzionano molto bene, sia per la qualità dell’apprendimento che per il clima generale di scuola, dove l’ansia da prestazione ormai endemica che c’è da noi è inimmaginabile. Ad esempio, nel sistema danese il monte ore annuo obbligatorio per i curricoli degli alunni, nei 12 anni di scuola che precedono l’università, varia dalle 600 alle 660 ore, che significa dalle 18 alle 20 ore settimanali. Inoltre ogni ora di scuola è formata da 45 minuti di lavoro didattico e da 15 minuti di intervallo ritualizzato con campanella che suona.

Ebbene, nonostante lo sdegno, sempre più flebile avendo ceduto da anni a tutte le mostruosità sindacali, dei “difensori del sapere”, vista la condizione giovanile attuale, viste le specificità del lavoro scolastico che prevede la rielaborazione personale ed i compiti a casa, visto l’affollarsi nella mente dei nostri bambini e ragazzi di miliardi di stimoli provenienti da mille fonti, viene spontaneo alla mente un canto: ”se 4 ore vi sembran poche provate voi ad imparar…”. Lo dico anche alla luce dei centinaia di convegni degli adulti a cui ho partecipato e della mia attenzione alla tempistica reale degli stessi.


Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Educazione

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Educazione

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net