Quanto male facciano certi genitori ai propri figli, in materia di educazione non solo scolastica, ma anche alla vita, è ormai difficile calcolarlo. L’episodio accaduto a Canicattì in provincia di Agrigento è indicativo di una mentalità che vuole il figlio messo davanti a tutti, anche ai professori e alla legge, in nome di un suo presunto riconoscimento che meriterebbe a prescindere. Il ragazzo dopo gli esami di scuola media aveva ottenuto una eccellente valutazione, un “ottimo” che corrisponde quasi al massimo del punteggio previsto, un 9 insomma, ma per mamma e papà non era abbastanza. Loro sì che se ne sanno di valutazione scolastica e così hanno preteso che la valutazione venisse corretta con un bel 10 tondo tondo, il massimo dei voti, “eccellente”. Si sono perciò rivolti al Tar di Palermo ma accipicchia con loro grande disappunto si sono visti respingere il ricorso. “La scuola formula un giudizio tecnico connotato da un fisiologico margine di opinabilità, per sconfessare il quale non è sufficiente evidenziare la mera non condivisibilità del giudizio, dovendosi piuttosto dimostrare la sua palese inattendibilità” hanno sentenziato i giudici.
Cioè: è vero che i docenti potrebbero anche aver dato un voto inferiore a quello meritato, ma ci vogliono prove documentate, non basta dire “mio figlio merita di più”. Dal loro punto di vista i docenti della commissione scolastica hanno spiegato che le prove di inglese e di francese non erano perfette: “valga, in particolare, il riferimento fatto nei giudizi sulle lingue straniere (inglese e francese) alla circostanza che l’elaborato era ‘per lo più’ e non ‘totalmente’ corretto”. La storia si conclude con i genitori obbligati a pagare le spese legali, un bel mille euro che invece avrebbero potuto mettere sul libretto bancario del figlio per garantirgli studi migliori. La morale? Non c’è molto da dire, perché il ragazzino potrebbe anche avere delle conseguenze psicologiche per come si sono comportati i genitori, facendolo sentire una vittima e un incapace di vivere le proprie responsabilità. Brutta storia. Senza contare che, speriamo di no, a chissà quante pressioni quel ragazzo deve essere stato sottoposto per ottenere i voti migliori.