Stanno votando, tra ieri e oggi, i quasi tredici milioni di cittadini italiani chiamati ad eleggere in questa tornata elettorale i loro nuovi amministratori locali. In palio ci sono le poltrone di sette comuni capoluogo di regione, che hanno catalizzato l’attenzione in questi ultime settimane di campagna elettorale, e tra queste Milano riveste un luogo preminente e particolare, quella dove il premier Silvio Berlusconi ha puntato le sorti della legislatura. Milano, Torino, Bologna, Napoli sono certamente le città nelle quali sarà più evidente la valenza politica nazionale attribuita al voto amministrativo. Ma ci sono anche Cagliari, Trieste e Catanzaro. Oltre a questi grandi comuni, per un totale di 1.315 sindaci e consigli comunali da rinnovare, gli elettori voteranno per eleggere 11 presidenti di provincia.
Affluenza in calo – I dati diffusi dal Viminale alle 22 di ieri sera parlano chiaro: i votanti rispetto alle ultime amministrative sono in calo. Ieri sera, al termine del primo giorno utile per votare, a livello nazionale aveva votato il 51,9% degli elettori interessati alle elezioni comunali, contro il 53,89% della precedente tornata (-1,99%).
Sempre il ministero dell’Interno ha fornito questi dati riferiti alle città più importanti: affluenza in aumento a Milano, dove alle 22 ha votato il 53,56 contro il 52,32 delle precedenti comunali; in aumento anche a Torino, 49,94 contro 46,95; in drastico calo a Bologna, 52,68 contro 66,43, e a Napoli, 41,28 contro 44,66; risultato positivo a Cagliari, 48,24 contro 43,69, positivo anche a Catanzaro, 57,86 contro 57,10. In calo anche l’affluenza per l’elezione dei rappresentanti provinciali: ieri sera alle 22 avevano votato il 40,96% degli aventi diritto, contro 43,52 delle precedenti elezioni.
A questo punto si dovranno aspettare le 15 di oggi per avere dati definitivi e sapere se la percentuale dei votanti è maggiore rispetto alle ultime elezioni oppure se, come si teme da più parti, sarà riconfermato il trend negativo consolidato dell’affluenza alle urne.
La giornata – Ieri si sono recati al voto, nelle rispettive città, i principali candidati. Fari puntati naturalmente su Milano, città dove la sfida tra Letizia Moratti, sindaco uscente del Pdl e il suo avversario, candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia ha raccolto e fatto da casa di risonanza a tutte le tensioni politiche nazionali, e dove il risultato può avere ripercussioni decisive sulla tenuta della maggioranza di governo. Del resto è stato lo stesso Berlusconi ad alzare la posta, e a trasformare le elezioni di Milano in un referendum sulla sua persona e secondariamente sull’operato del governo. In attesa dunque di sapere quali saranno le sorti della legislatura, oggi lo stesso Berlusconi si è recato al voto nel seggio di via Scrosati a Milano. “Non è pensabile che una città come Milano non possa essere governata da noi. È una città che deve guardare avanti e non può guardare al passato”: è questa una dichiarazione attribuita al premier, che si è intrattenuto fuori dal seggio con alcuni sindaci dell’hinterland milanese. Ha votato nella scuola elementare di via della Spiga, insieme al marito, Letizia Moratti, sindaco Pdl uscente e candidata del centrodestra. Il sindaco non ha rilasciato dichiarazioni politiche, limitandosi a dire che avrebbe trascorso la giornata in famiglia.
Più politiche invece le dichiarazioni di Umberto Bossi. “Vinciamo al primo colpo”, ha detto il leader del Carroccio, scommettendo che la Lega “prenderà tanto”. Non ha rilasciato altre dichiarazioni, Bossi, probabilmente per non alimentare, in questa fase delicata, obiezioni e polemiche in chi nella maggioranza ha puntato il dito contro la Lega per essere stata assai “fredda”, in campagna elettorale, verso Letizia Moratti. Lo sfidante, Giuliano Pisapia, si è invece recato a votare nel seggio del liceo Berchet, sua vecchia scuola. Pisapia è apparso rilassato: “Ho dormito benissimo dopo tanto tempo” è stata la sua dichiarazione.
A Bologna, dove i dati del Viminale hanno dato l’affluenza in calo, l’ex premier Romano Prodi – che l’altro giorno aveva deciso all’ultimo di salire sul palco del comizio di Pierluigi Bersani, a chiusura della campagna elettorale – ha votato nel seggio del liceo Galvani, accompagnato come di consueto dalla moglie Flavia Franzoni. A Napoli invece il voto è stato segnato da qualche contestazione. Maria Grazia Pagano, presidente del Pd Campania, ha denunciato azioni di disturbo ai danni dell’elettorato. “Esprimo profonda preoccupazione per il clima che sin dall’apertura dei seggi si è creato nella zona di Avvocata e in particolare nel rione di Materdei. Diverse persone dentro e fuori le sedi elettorali tentano di condizionare il voto con atteggiamenti intimidatori” ha denunciato la Pagano.
Le sfide principali – A Milano si fronteggiano Letizia Moratti, sindaco Pdl uscente, e Giuliano Pisapia, candidato di espressione “vendoliana” che ha guadagnato la leadership di coalizione dopo che nel novembre 2010 ha battuto alle primarie il candidato del Pd Stefano Boeri. A sfidarli è Manfredi Palmeri, candidato del Terzo Polo.
A Torino Piero Fassino, candidato del centrosinistra (Pd, Idv, Moderati, Sel, Piemont Europa Ecologia, Consumatori per Fassino, Psi, Pensionati e invalidi) è dato per favorito su Michele Coppola (Pdl e sostenuto da otto liste tra cui Pdl, Lega, la Destra), assessore alla Cultura della Regione Piemonte. All’ombra della Mole il Terzo Polo corre con Alberto Musy.
A Bologna gli elettori sono chiamati ad eleggere un sindaco per chiudere la parentesi del commissariamento, dopo lo scandalo che portò alle dimissioni nel 2010 di Flavio Delbono a causa del cosiddetto Cinzia-gate. Nella città emiliana si contendono la poltrona di sindaco Virginio Merola per il centrosinistra, il leghista Manes Bernardini, favorito di Roberto Maroni e candidato per il centrodestra, e l’imprenditore, ex manager di Hera Stefano Aldrovandi, per il Terzo Polo.
A Napoli la sfida è tra Mario Morcone, prefetto ed ex commissario nazionale Antiracket, per il centrosinistra, Gianni Lettieri (Pdl e uomo vicino al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta) per il centrodestra, Luigi De Magistris, pm, candidato dell’Italia dei Valori intenzionato a creare più di qualche fastidio al Pd, e infine Clemente Mastella, leader dell’Udeur Popolari.