In vista delle prossime elezioni regionali, laddove si candida il M5s propone il Reddito di dignità. L'ennesima "distrazione" impropria di fondi pubblici

L’asso pigliatutto dei programmi elettorali del centrosinistra per le prossime elezioni regionali è diventato il “Reddito di dignità” (RdD). Una sorta di riproposizione, in tono minore, del defunto Reddito di cittadinanza (RdC) (riformato dal Governo Meloni) e rilanciata dalla candidatura al ruolo di governatore della Calabria dell’ex presidente dell’INPS Pasquale Tridico, redattore a suo tempo del testo della legge approvata dal Parlamento nel 2018.



La proposta del RdD marca la presenza del Movimento 5 Stelle nel cosiddetto “campo largo” che sostiene i candidati del centrosinistra per il governo delle 7 regioni coinvolte nella tornata elettorale.

La versione “dignitosa” dell’ex RdC anticipa il proposito di riformare le misure introdotte per contrastare la povertà dal governo in carica e ripropone la suggestione di dotare di un sostegno finanziario tutte le persone prive di un reddito. Nel caso specifico, con l’ausilio delle risorse dei Fondi europei destinati alle misure delle politiche attive del lavoro e per l’inclusione sociale assegnati per competenza alle regioni.



Fondi che, sia detto per inciso, non possono essere utilizzati per queste finalità. Come sottolineato da numerosi esperti, e con molta efficacia dal Emmanuele Massagli in una recente intervista al Quotidiano nazionale, le Regioni non hanno alcuna competenza in materia di sostegno ai redditi, e i fondi citati, compresa l’erogazione di alcune indennità per un breve periodo come ad esempio per la frequentazione di corsi di formazione o tirocini, rientrano nella specificità delle politiche attive del lavoro per aumentare l’occupabilità delle persone e per favorire l’inserimento lavorativo.



Sono misure che sono state ampiamente utilizzate nel corso della seconda decade degli anni duemila con il programma Garanzia Giovani e proseguono tuttora con il programma nazionale GOL (Garanzia occupazione lavoratori).

Questo intervento è frutto dell’intesa tra il ministero del Lavoro e delle politiche sociali e le Regioni per l’utilizzo delle risorse del PNRR destinate alle politiche attive del lavoro, con il supporto degli incentivi per le assunzioni finanziati con le risorse dello Stato.

Infatti, l’ispirazione del RdD prende spunto da una misura di inclusione promossa dalla Regione Puglia per le persone disoccupate di lunga durata prive di altri sostegni al reddito. Ma è una classica misura di politica attiva del lavoro limitata nel tempo, e del tutto analoga a quelle promosse da altre Regioni che hanno evitato di definirla con questo termine.

Il tema del contrasto della povertà, data la rilevanza dei numeri delle persone coinvolte stimate dall’ISTAT (circa 5,7 milioni) mantiene certamente una grande rilevanza nel dibattito politico italiano. Ma proprio per questa ragione, e per altri motivi che cercheremo di evidenziare, meriterebbe una riflessione approfondita sull’efficacia delle misure utilizzate per prevenire e per contrastare il fenomeno.

La riforma del RdC approvata dall’attuale parlamento nel 2023 ha introdotto due misure distinte, l’Assegno di inclusione (AdI) e il Supporto per la formazione e il lavoro (SFL), con il duplice obiettivo di focalizzare il sostegno finanziario verso i nuclei familiari con caratteristiche di fragilità, e di condizionare l’erogazione di una indennità di sostegno al reddito, per le singole persone in grado di lavorare, alla frequentazione delle misure di politica attiva del lavoro e all’accettazione delle offerte di lavoro.

Prevede anche la possibilità di cumulare il salario percepito con l’accettazione di offerte di breve durata con le indennità di sostegno al reddito.

Roberto Fico con il leader M5s Giuseppe Conte e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi (ANSA 2024, Ciro Fusco)

Queste misure sono state potenziate con la legge di bilancio 2025 che ha aggiornato i requisiti di reddito ISEE per la partecipazione alle due misure da parte delle famiglie e delle persone povere, e aumentato in parallelo gli importi degli assegni unici, in particolare per i minori delle famiglie con bassi redditi.

L’efficacia delle nuove misure dovrà essere attentamente valutata con la messa a regime delle innovazioni introdotte. Ma i numeri provvisori, relativi ai beneficiari AdI nei primi 6 mesi del 2025 (867mila nuclei familiari e 2,078 milioni di persone per un importo medio mensile di 670 euro) e quelli relativi alle persone che hanno percepito l’indennità SFL (182mila tra cui 75mila in corso) offrono l’evidenza di una concreta diffusione delle misure sul territorio nazionale. Circa il 70% dei nuclei e delle persone beneficiarie risiede nelle Regioni del Sud e delle Isole.

Nel frattempo l’importo degli assegni unici erogati alle famiglie nel 2024 (19,8 miliardi di euro per 6,4 milioni di nuclei e 10,1 figli a carico) è sostanzialmente raddoppiato rispetto a 4 anni fa. Semmai dovrebbe essere valutata dai governatori delle Regioni in carica, o candidati al ruolo, l’applicazione della misura del SFL nell’ambito territoriale, dato che l’accesso alle indennità mensili da parte dei potenziali beneficiari (500 euro mensili per i disoccupati con redditi ISEE fino a 10mila euro) rimane condizionata alla partecipazione alle misure delle politiche attive del lavoro promosse dalle Regioni con le risorse dei Fondi europei.

L’ennesima promessa di contrastare la povertà con supplementi di spesa pubblica per sostenere i redditi delle persone riporta la discussione sull’efficacia di queste misure.

Commentando la proposta di Tridico, il ministro del Lavoro Marina Calderone ha opportunamente evidenziato come l’aumento delle condizionalità per poter beneficiare dei sostegni al reddito da parte delle persone adulte occupabili, abbia favorito la ricerca attiva di un lavoro di circa 350mila ex percettori del RdC senza particolari interventi delle misure di politica attiva del lavoro (stime INPS).

A tale proposito non esiste alcun dubbio sull’impatto positivo dell’incremento del numero degli occupati sui redditi familiari. È pur vero che una parte dei nuovi rapporti di lavoro non ha remunerazioni adeguate, date le caratteristiche di bassa produttività dei settori che hanno concorso alla crescita dell’occupazione. Ma 1,3 milioni di redditi da lavoro aggiuntivi, rispetto alla fase pre-pandemia, hanno consentito una crescita dei redditi familiari e del reddito pro-capite italiano superiore a quella di altri Paesi (ISTAT).

La convivenza dei sostegni ai redditi, ivi comprese le indennità di disoccupazione e di cassa integrazione di varia natura, con le prestazioni lavorative sommerse, oltre che essere stimolata dal calcolo economico razionale da parte degli interessati, è una caratteristica documentata nelle indagini dell’ISTAT relative alla partecipazione alle forze lavoro dei beneficiari del RdC (vedi relazione del comitato scientifico per la valutazione delle misure per il contrasto della povertà) e della Guardia di finanza nelle indagini campionarie sulla congruità delle dichiarazioni ISEE per l’accesso alle prestazioni di diversa natura.

In numerosi articoli precedenti abbiamo commentato l’esplosione della spesa assistenziale nel corso degli ultimi 15 anni, evidenziando come, a fronte di un volume aggiuntivo di oltre 500 mld di euro trasferiti dallo stato all’INPS per sostenere i redditi degli individui e delle famiglie, sia più che raddoppiato il numero delle persone in condizioni di povertà assoluta e il numero di quelle a rischio di diventarlo.

Le ragioni sono molteplici e cercheremo di evidenziarle in un apposito approfondimento dedicato alle trappole della povertà che rendono poco conveniente la ricerca di un lavoro regolare e alimentano un’ulteriore domanda di spesa pubblica improduttiva.

Le implicazioni economiche della crisi delle relazioni geopolitiche internazionali e le conseguenze del declino demografico (la riduzione della popolazione in età di lavoro e l’aumento delle persone anziane a carico delle famiglie e della collettività) escludono qualsiasi margine per la riproposizione di queste politiche.

 

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