La candidatura di Elisabetta Trenta al collegio uninominale di Primavalle non è stata un successo: l’ex ministra della difesa, infatti, ha raccolto poche firme – ne servivano 300 – ed è dunque costretta a rinunciare alle suppletive. Correranno, al contrario, il segretario dem cittadino Andrea Casu, l’ex magistrato Luca Palamara – che ne ha raccolto ben 500 –, Pasquale Calzetta di Forza Italia e Antonio Cocco dei liberali.
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La popolarità per il ruolo nel Governo Conte 1 non ha aiutato Elisabetta Trenta, che era pronta a correre con la lista “NOI-Nuovi Orizzonti per l’Italia” e adesso invece si ritrova a scaricare la colpa del suo fallimento sul Movimento 5 Stelle. I pentastellati, da parte loro, hanno scelto infatti di non sostenere l’ex ministra della Difesa e non si presenteranno nel seggio conquistato nel 2018. Il seggio, fino a poco tempo fa, era infatti occupato da Emanuela Del Re, che si è dimessa dopo avere accettato il ruolo di rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sahel. Il forfait del partito ha destato non pochi malumori e, tra l’altro, non è stato chiarito dai vertici.
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Elisabetta Trenta, poche firme: salta candidatura. La giustificazione
Elisabetta Trenta, intanto, ha voluto giustificarsi per l’avere ottenuto poche firme ed essere stata costretta a saltare la candidatura. L’ex ministra della difesa lo ha fatto ai microfoni dell’ANSA: “Le firme le avevo, ma non valevano territorialmente”, ha detto. Sostanzialmente tutti, però, sanno che per candidarsi in un collegio uninominale di Roma sono indispensabili le firme dei residenti della zona.
Poi l’attacco al Movimento 5 Stelle: “Sono soddisfatta ugualmente perché le firme che ho raccolto in pochissimo tempo erano molte di più del necessario, ma purtroppo non tutte sono state utili. Mi spiace che il M5S, che non ha presentato nessuno, non abbia deciso di supportarmi. In questo caso avremmo raccontato un’altra storia”, ha concluso. Sarà, dunque, per un’altra volta.
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