«I decreti sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne»: così oggi sul “Corriere della Sera” Giuseppe Conte arriva a smentire… Giuseppe Conte. Nell’intervista a 360% su tutti i temi più caldi della politica, il Presidente M5s torna ad attaccare il leader della Lega Matteo Salvini, colpendolo al cuore dei decreti su cui si è fondata la politica dei “porti chiusi” che ancora oggi rivendica l’ex Ministro degli Interni. Peccato però che nel criticare l’ex alleato, Conte dimentichi non solo chi fosse il Presidente del Consiglio che firmò quei decreti, ma anche di averli difesi strenuamente in 18 mesi di Governo con tanto di presentazione in conferenza stampa (come rileva la foto qui sopra, ndr).
In politica, è noto, la verità nelle dichiarazioni è da sempre un elemento molto “flebile” ma dichiarare l’opposto nel giro di pochi anni con la posizione in primissima linea che ricopre l’ex Premier oggi n.1 M5s è quantomeno “bizzarra”. Non solo, fino a qualche tempo fa la risposta di Conte sui Decreti Sicurezza – anche durante il suo secondo Governo, che pure ha parzialmente smantellato i dl Salvini – era un semplice «non ho cambiato idea sul tema della sicurezza»; oggi l’idea è profondamente cambiata, ma su questo ci mancherebbe altro, basta riconoscerlo.
COSA DICE (ORA) CONTE SUI DECRETI SICUREZZA E SULL’IMMIGRAZIONE
Capiamo nel dettaglio che cosa però, ad oggi, Giuseppe Conte considera riguardo il delicatissimo tema dell’immigrazione, davanti ad una prossima situazione potenzialmente incendiaria vista la fuga dall’Afghanistan di migliaia di profughi e rifugiati. Con la Lega che critica ferocemente la Ministra del Viminale Luciana Lamorgese, Conte replica «ma Salvini che cosa ha fatto sull’immigrazione? Già quando era un mio ministro cercai di fargli capire che un problema così complesso non si affronta con demagogia, facendo la voce grossa in televisione, sui giornali e sui social. Gli chiesi, senza successo, di migliorare il sistema dei rimpatri, ma non ci riuscì pur avendo i pieni poteri di ministro». Secondo il leader dei 5Stelle, l’alleato-rivale leghista avrebbe dovuto lavorare con costanza nella cornice europea ma anche qui il rimbrotto è dietro l’angolo, «non è mai stato troppo presente»; infine, il passaggio centrale diretto sui Decreti, con le esatte parole che restano «hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne. L’eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire in quanto non aventi più titolo, con il risultato che migliaia di migranti sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da ministro dell’Interno sui rimpatri e sull’immigrazione ha fallito. È un dato di fatto». Opinione legittima e posizione politica altrettanto: ma un altro “dato di fatto” resta la firma di Conte su quei Decreti, approvati tra l’altro con l’unanimità dell’allora Governo Lega-M5s.