Emanuela Orlandi, retroscena e nuovi spunti dopo l'uscita dei documenti Sismi: dai segreti del padre Ercole alla trattativa sullo scandalo Ior-Ambrosiano
La notizia dei due documenti segreti che rilanciano la pista del pagamento del riscatto per liberare Emanuela Orlandi è stata approfondita da Fabrizio Peronaci, esperto del caso relativo alla scomparsa della cittadina vaticana. Sulle colonne del Corriere della Sera si è soffermato in particolare sul ruolo del padre, Ercole Orlandi, visto che in quelle carte si fa riferimento anche a notizie molto importanti che custodiva, relativa a questioni ecclesiastiche. Il documento del Sismi non rilancia solo una pista che era stata affrontata durante le indagini, ma solleva nuove chiavi di lettura, anche in riferimento al ruolo dei servizi segreti, coinvolti nella scomparsa sin dai primi giorni.
Ad esempio, riemerge l’ipotesi che Emanuela Orlandi fu rapita per un ricatto legato all’attività del padre, che forse custodisce un segreto che non poteva confessare. Non solo tale scenario venne ritenuto verosimile, ma lo stesso genitore in un’intervista del 2001 dichiarò di essere convinto che la figlia fosse stata rapita dai servizi segreti. Il messo pontificio fu ancora più esplicito prima di morire, confessando di sentirsi tradito da chi aveva sempre servito.
Alla luce di ciò, per il giornalista del Corriere, quel documento segreto del Sismi rafforza la pista del rapimento da contestualizzare però con alcuni segreti in Vaticano. Per quanto riguarda, invece, il movente, Peronaci riscontra una traccia che conduce a quello politico-affaristico.
LE DATE CHIAVE E LO SCANDALO IOR-AMBROSIANO
A tal proposito, Peronaci si è soffermato anche sulla cronologia, ricordando che Emanuela Orlandi aveva detto alla sorella di aver ricevuto un’offerta di lavoro dalla Avon, ma quell’ultima telefonata potrebbe nascondere messaggi in codice, quindi il nome della casa di cosmetici in realtà potrebbe richiamare l’anagramma di una cassaforte vaticana.
Il giornalista ha ricordato anche che sui giornali Il Tempo e Il Messaggero apparvero dei moduli a una colonna, il cui contenuto era criptico, con richieste di contatto a una sigla sconosciuta per delle trattative non meglio precisate, poi si scoprì che la sigla stava per Servizi Repubblica, con riferimento al Sisde. Era il 21-25 giugno, ma il giorno più importante di questo intrigo sarebbe il 30, perché era prevista la decisione sul contenzioso Ior-Ambrosiano in merito al rimborso per la malagestione del capo dello Ior Paul Casimir Marcinkus.
EMANUELA ORLANDI TRATTENUTA PER RINVIO TRATTATIVA?
La questione era importante, visto che ballavano 250 milioni di dollari, che vennero poi concessi l’anno successivo con un accordo a Ginevra. Potrebbe essere in quel frangente a compiersi il destino di Emanuela Orlandi, così come quello di Mirella Gregori, la cui scomparsa sarebbe legata a quella della cittadina vaticana. Ci si chiede se, dunque, malavita romana e alcuni personaggi equivoci siano stati coinvolti per puntare a recuperare i “soldi inghiottiti dalla banca vaticana“. In tal caso, i movimenti politico-affaristico si sovrapporrebbero. Tale ipotesi non fu mai esclusa dagli investigatori.
Comunque, Accetti, che si accusò del doppio rapimento, in merito al fallimento della trattativa Ior-Ambrosiano scrisse che quel rinvio del 30 giugno dell’83 destò alcuni sospetti e spinse all’ulteriore trattenimento delle due ragazze in attesa che venissero compresi i motivi di quel rinvio. Dunque, le due ragazze potrebbero essere state coinvolte in alcuni giochi di potere, ma il condizionale è d’obbligo e spetta alla procura di Roma e al Vaticano, oltre ai parlamentari della Commissione d’inchiesta, cercare la verità sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.