Emanuela Orlandi e il giallo del ritrovamento dello scheletro al San Camillo di Roma: test del Dna per scoprire se è lei? La posizione della famiglia
Dopo il ritrovamento, nei giorni scorsi, di resti umani in un padiglione dismesso dell’ospedale San Camillo di Roma, qualcuno ha avanzato l’ipotesi di un collegamento con la scomparsa di Emanuela Orlandi. Non sorprende che il pensiero vada alla ragazza scomparsa ogni volta che, nella capitale, vengono rinvenute ossa umane, ma Pietro Orlandi, a Fanpage, ha espresso la speranza che non si tratti di quelle della sorella.
L’avvocato Laura Sgrò, che assiste la famiglia Orlandi, parla di suggestioni, perché al momento non ci sono dati scientifici. Va prima ricostruito il profilo della persona cui appartenevano i resti e, inoltre, bisogna capire se possano appartenere a una ragazza giovane. Il legale ha spiegato che, se le ossa dovessero risalire a quarant’anni fa, allora si potrebbe procedere con un esame del DNA.

Se, in occasione di un ritrovamento avvenuto lo scorso marzo a Castel Sant’Angelo, l’ipotesi era avvalorata dalla vicinanza con il Vaticano, stavolta la vicinanza è con il covo in cui, secondo alcune versioni, sarebbe stata tenuta nascosta Emanuela Orlandi. Ciò si basa sul racconto fornito da Sabrina Minardi, secondo la quale la ragazza era stata rapita dalla Banda della Magliana, il cui boss era il suo fidanzato, Enrico De Pedis, detto Renatino.
EMANUELA ORLANDI, COLLEGAMENTI E INDIZI
Un altro indizio è rappresentato dal fatto che la banda criminale tendeva a custodire le armi nei padiglioni dismessi dell’ospedale, ma non ci sono conferme sull’esistenza di sotterranei nel San Camillo. Prima di sbilanciarsi sul ritrovamento di qualche giorno fa, bisogna verificare a quando risalgono le ossa e profilare l’individuo cui appartenevano; dalle prime deduzioni, sembrerebbe che non siano più vecchie di otto anni.
Se invece dovessero risultare risalenti a circa quarant’anni fa, allora ci sarebbe la disponibilità della famiglia Orlandi a svolgere l’esame del DNA. Infatti, l’avvocato Sgrò, al Giornale, ha ricordato che la Procura di Roma è in possesso del profilo genetico di Emanuela Orlandi.
Nel frattempo, il fratello Pietro si è presentato al Giffoni Film Festival per la presentazione del documentario 42, come gli anni trascorsi dalla scomparsa della sorella.
