Emilio Fede ha recentemente rilasciato un’intervista per la trasmissione Non è l’arena in onda su La 7 con la direzione di Massimo Giletti, nella quale è tornato a parlare del famoso caso Ruby. Da poco, infatti, il principale imputato del caso, ovvero Silvio Berlusconi, è stato assolto, chiudendo definitivamente una pagine giudiziaria italiana durata ben 13 anni. Fede, con Lele Mora e Nicole Minetti, fu uno dei pochi giudicati colpevoli senza possibilità di appello, scontando una pena di 4 anni e 7 mesi ai domiciliari per induzione alla prostituzione. Una circostanza della quale il giornalista non riesce proprio a capacitarsi, “ho perso tutto” racconta.
Emilio Fede e l’amarezza per il caso Ruby
“Non ho fatto il carcere, ho fatto i domiciliari”, racconta Emilio Fede a Non è l’arena, “ma ho perso tutto. Ho perso il lavoro, ho perso mia moglie, ho perso la libertà, è stato un calvario. Era scritto che io dovessi avviarmi alla conclusione della vita portandomi addosso l’accusa di induzione alla prostituzione“, racconta lasciando trasparire una nota decisamente amara nelle sue parole. “Non ho mai avuto rapporti con Ruby, mai avuti contatti di nessun genere”.
“Mi è stato chiesto se l’avevo frequentata, e non l’ho mai fatto”, racconta sicuro Emilio Fede. “Le ho dato un passaggio perché era invitata ad Arcore una sera di sabato e lì l’ho vista una volta. Vi giuro, così, in ginocchio, che non ho mai fatto nulla, nulla, nulla e mai ho assistito a cose strane messe in piedi da Berlusconi, mai”. Del giorno in cui lo arrestarono ricorda chiaramente “due simpatici e cortesi funzionari dell’azienda che mi dicono ‘Vai direttamente a casa, sei licenziato”. Berlusconi mi chiamò chiedendomi cosa fosse successo, mi disse di non preoccuparmi che avrebbe risolto tutto lui“, ha la voce rotta, disillusa, ma racconta anche che “la vicenda non ha rovinato il rapporto tra di noi”. “Mi sento derubato”, conclude Emilio Fede, quasi in lacrime, “ma soprattutto derubato della moglie, derubati. Assolutamente derubati. Mi hanno chiesto cosa chiederei a Berlusconi se lo incontrassi: ‘Presidente, perché sono stato arrestato?’“.