Scoppia l'epidemia di influenza in Giappone, con cinque settimane d'anticipo: nell'ultima settimana segnalati più di 6mila casi e quasi 300 ricoveri
Con circa cinque settimane prima del previsto, il Giappone si trova al centro di un’epidemia di influenza tale da costringere migliaia di persone a rimanere a casa e decine e decine di scuole a chiudere temporaneamente i battenti per evitare di creare veri e propri focolai che nell’arco di pochi giorni aumenterebbero esponenzialmente la diffusione del virus: si tratta, di fatto, di un vero e proprio problema, ma per ora il livello di allerta per l’influenza resta basso visto che gli ospedali sono lontani dall’essere saturati di pazienti.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare che in Giappone tendenzialmente il picco della stagione influenzale arriva nella seconda metà del mese di novembre e dura almeno fino a febbraio con il periodo più critico attorno a dicembre: negli ultimi anni – specialmente dopo la pandemia da Covid -, però, l’arrivo della prima fase epidemica si è progressivamente anticipato, ma mai prima d’ora si era arrivati alla prima settimana di ottobre.
Cosa c’è dietro l’epidemia di influenza in Giappone: il contagioso ceppo H3N2
Passando dai dati attuali, secondo le autorità sanitarie giapponesi, i primi campanelli d’allarme dell’influenza sono iniziati nel della prima settimana di ottobre con il giorno 3 in cui è stato annunciato l’inizio dell’epidemia: in quel momento, infatti, si registrarono più di 4mila casi che hanno continuato a crescere fino all’ultima rilevazione – effettuata il 10 ottobre – che parlava di 6mila contagi complessivi; ben superiori alla media del periodo.

Fortunatamente, per ora in Giappone risultano essere ricoverate “solamente” 287 persone, delle quali più della metà ha meno di 14 anni: proprio per questa ragione, nel frattempo, è aumentato anche il numero di scuole che hanno deciso di chiudere preventivamente – e temporaneamente – i battenti; attualmente superiori ai 100 istituti.
La ragione di questo boom di influenza è ancora – per ora – abbastanza incerta, da alcuni collegata al ceppo H3N2 che ha già fatto impennare i contagi in Nuova Zelanda e Australia; mentre secondo altri le cause sono differenti e vanno dall’aumento del numero di turisti che in questo periodo stanno visitando il Giappone, passando per il cambiamento climatico e arrivando fino alla poca immunità di gregge vista la scarsa adesione alla campagna vaccinale (che tendenzialmente parte attorno all’inizio di novembre).
