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Home » Esteri » Medio Oriente » SIRIA/ Waqqaf (Al Jazeera): bambini come scudi umani, vi spiego perché è falso

  • Medio Oriente
  • Esteri

SIRIA/ Waqqaf (Al Jazeera): bambini come scudi umani, vi spiego perché è falso

Int. Ammar Waqqaf
Pubblicato 13 Giugno 2012
bambini-siria

Foto Infophoto

Per AMMAR WAQQAF, la notizia dei bambini usati come scudi umani sui tank dell’Esercito è inattendibile. Non è la prima volta che l’Onu diffonde la propaganda dei ribelli senza verificarla

Una cosa sola è certa: la popolazione civile siriana sta soffrendo oltre ogni possibile immaginazione, e a subire le peggiori atrocità sono i più indifesi, cioè i bambini. Per il resto, nelle ultime settimane le notizie si rincorrono in una corsa folle nella quale è difficile distinguere la propaganda dalla verità. L’ultima è che i bambini siriani sarebbero stati usati dall’Esercito come scudi umani. Diversi piccoli con meno di dieci anni sarebbero stati piazzati all’esterno di carri armati e pullman militari, per scoraggiare i ribelli dall’attaccarli. Ad affermarlo è il rappresentante speciale dell’Onu, anche se riesce difficile immaginare su quali basi abbia verificato la notizia. Per Ammar Waqqaf, un opinionista siriano di BBC e Al Jazeera che anche in questi mesi difficili vive facendo la spola tra Londra e Damasco, “il rapporto dell’Onu è inattendibile, in quanto l’Esercito siriano è composto da professionisti che appartengono a tutte le religioni. Se Assad ordinasse una strage di civili in un villaggio sunnita, provocherebbe la diserzione in massa di tutti i soldati sunniti”.


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Che cosa ne pensa del rapporto sui bambini usati come scudi umani dall’Esercito?

Ritengo che la notizia non sia affatto vera. Innanzitutto dovremmo appurarne la fonte, nonostante sia stata citata dall’Onu, in quanto di recente le Nazioni Unite hanno accusato il regime di violazioni che in realtà erano state commesse dai ribelli. In secondo luogo c’è un enorme tentativo di demonizzare l’Esercito siriano. Per esempio dopo il recente massacro di Hula si è affermato che i bambini sarebbero stati uccisi dall’Esercito, per poi scoprire che non era stato così.


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Vuole dire che l’Esercito non ha nessuna responsabilità?

L’Esercito sta conducendo delle operazioni militari contro i gruppi armati dei ribelli. Le vittime civili e la distruzione di abitazioni sono un effetto collaterale inevitabile di questa situazione. Non ritengo però affatto plausibile che l’Esercito commetta direttamente abusi sui bambini o li uccida. E’ piuttosto il fronte opposto a rendersi responsabile di queste azioni.

Per quale motivo?

Perché una parte consistente dei ribelli è mossa dall’ideologia fondamentalista che li autorizza a commettere queste uccisioni nei confronti di chiunque appartenga a una religione diversa dalla loro. L’Esercito è invece un’istituzione dello Stato ed è formato da professionisti che appartengono a tutte le religioni, dai quali non ci si può aspettare l’obbedienza a un’ideologia ma soltanto a una disciplina militare. Di fronte all’ordine di utilizzare bambini come scudi umani, è quindi molto probabile che ufficiali e soldati diserterebbero.


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Ma per quale motivo l’Onu dovrebbe diffondere delle notizie false?

 

Anche all’Onu capita di sbagliarsi, e il motivo è che non ha abbastanza risorse sul terreno. Gli osservatori non possono verificare tutto ciò che è riferito loro. Ovviamente cercano di controllare nei limiti del possibile, ma non possono arrivare dappertutto. Fin dall’inizio gli attivisti sono quindi riusciti a manipolare l’Onu.

 

Può fare un esempio?

 

Nel suo ultimo rapporto sulla Siria, la Commissione per i Diritti Umani dell’Onu ha riconosciuto per la prima volta che i gruppi armati hanno commesso atrocità e torture. Il rapporto afferma però che le forze di Assad nel maggio scorso avrebbero gettato uno studente dell’Università di Aleppo dal quarto piano di un dormitorio. Il nome di questo studente è Yazan Aboud ed era un sostenitore del governo. A defenestrarlo è stato in realtà un gruppo di persone che manifestava contro Assad.

 

Come fa a esserne certo?

Prima dell’incidente, il suo nome era stato messo su Facebook indicando che era un collaboratore del regime. Lo studente aveva subito diverse minacce, e quando le proteste hanno coinvolto l’Università di Aleppo, si è passati dalle parole ai fatti gettandolo dal quarto piano. Gli attivisti hanno quindi scaricato la responsabilità dell’uccisione sul governo, e l’Onu si è limitato a riportare la loro versione nel rapporto senza vagliarne l’attendibilità.

 

Lei si reca spesso in Siria. Quanto sono estese le atrocità nei confronti dei civili?

 

Purtroppo i civili in Siria stanno subendo numerose violenze, e il governo di Assad si trova di fronte a un dilemma. Da un lato, se non mette in atto operazioni militari contro i gruppi armati, i civili in certe aree cadono vittime dei ribelli. Questi ultimi quando controllano una zona terrorizzano le popolazioni che vi abitano, costringendole a pagare somme di denaro e a partecipare alle manifestazioni. Se invece il governo interviene per liberare città e villaggi dai gruppi armati, si verificano sempre delle uccisioni di civili durante gli scontri.

 

Non è comunque meglio che si rispetti il cessate il fuoco?

 

I civili non sono mai veramente al sicuro nelle aree controllate dai ribelli, basta vedere che cosa è successo a Hula. Le due famiglie massacrate erano a favore del governo, e il motivo per cui sono state uccise è che si sono rifiutate di partecipare a delle manifestazioni anti-governative e di pagare denaro ai ribelli per l’acquisto di armi. Il messaggio è chiaro: chiunque disobbedisce ai gruppi armati sarà ucciso a sua volta.

 

(Pietro Vernizzi)


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