Asia Bibi, dal 2010 imprigionata nel braccio della morte con l’accusa di blasfemia, sarebbe in pessime condizioni fisiche e psicologiche. Lo denuncia Akeel Ali Mehid, attivista pachistano per i diritti umani, in una intervista al sito AsiaNews e dopo aver lanciato una petizione pubblica per chiedere la liberazioen della donna. L’attivista è di religione islamica, ma sono molti in queste ore i musulmani che stanno scendendo in campo insieme ai cristiani per chiedere la liberazione della giovane madre di famiglia cristiana con cinque figli il cui caso è tenuto in sospeso da anni. Padre Ilyas John, prete e attivista dell’arcidiocesi di Lahore, denuncia anche lui le gravi condizioni fisiche in cui si trova Asia Bibi chiedendo cure immediate e le preghiere della Chiesa. Asia Bibi si trova in stretto regime di isolamento per paura che possa essere uccisa da fanatici islamici; allo stesso tempo il suo caso viene continuamente rimandato dai tribunali perché in caso di liberazione della donna si teme la ritorsione dei radicali, che già in passato hanno ucciso giudici e politici che si oppongono alla legge islamica sulla blasfemia. Da settimane infatti si attende l’inizio del processo di secondo grado che viene continuamente rimandato con espedienti fittizi.