Una riforma, quella dell’educazione sessuale nelle scuole inglesi, che mancava da vent’anni e che viene adesso aggiornata ai cambiamenti che in questi anni si sono succeduti. Una riforma che sulla carta sembra necessaria e ben impostata, visto quanto ci sia bisogno che nelle scuole si parli in modo trasparente di un argomento che altrimenti rischia di essere male interpretato e soprattutto appreso dai giornali di gossip o da servizi televisivi traumatizzanti e da Internet, che offre una visione distorta e viziosa del sesso. La riforma è stata approvata dopo una consultazione durata sei mesi, si legge sul quotidiano Times. Nelle classi elementari si parlerà di relazioni tra gay, delle famiglie dello stesso sesso e di trans, e soprattutto come chattare online senza finire in inganni e proposte di predatori sessuali, un argomento oggi importantissimo visto che le vittime sono tante. Corsi obbligatori su gay e trans, a cui si aggiungeranno informazioni su argomenti gravissimi come la mutilazione genitale, il sexting, i matrimoni forzati e la violenza domestica. Non si parlerà solo di sesso, ma anche di dipendenza dalle droghe e dall’alcol, dell’uso sicuro dei sistemi informatici, dell disagio mentale.
CORSI SU GAY E TRANS A SCUOLA
Come si vede tutti argomenti che è necessario oggi affrontare, ma in una società multietnica e multireligiosa come quella inglese non è facile che tale riforma sia accettata. Come parlare ad esempio agli studenti islamici di matrimoni forzati e mutilazione genitale? Stesso problema con i cristiani ultratradizionalisti che temono che parlare di famiglie dello stesso sesso equivalga a un lavaggio del cervello che trasformerà i loro figli in omosessuali. Centinaia di questi ultimi hanno manifestato davanti al parlamento inglese portando a Westminster una petizione di 100mila firme con la quale si chiede la modifica della riforma dell’educazione sessuale. Si è arrivati al punto che molti genitori minacciano di far studiare i figli a casa perché non siano “contaminati” da questi insegnamenti. Il ministro Hinds ha negato che ai bambini di 4 o 5 anni verrà parlato di omosessualità e di diversità di genere. Naturalmente un problema c’è, ed è quello del singolo insegnante che potrebbe divagare dalle linee guida delle riforma e manipolare il tipo di insegnamento in modo ideologico, in quanto le decisioni sui contenuti delle lezioni li prenderà lui. Per i genitori firmatari della petizione a parlare di problematiche come gay e transgender devono essere i genitori e non la scuola, ma ci si domanda quanti genitori lo facciano effettivamente.