Numerosi film e libri sono stati scritti ad oggi per tentare di svelare l’identità di Jack lo Squartatore, il killer seriale che alla fine dell’800 si aggirava nei quartieri londinesi seminando vittime innocenti. Tuttavia, negli ultimi 130 anni nessuno aveva però deciso di dedicare la giusta attenzione proprio alle sue vittime. A farlo, come rivela il quotidiano La Stampa, è stata la storica britannica Hallie Rubenholf che ha deciso di dedicare un libro proprio alle cinque donne assassinate e mutilate nell’autunno del 1888: Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly. Non prostitute, come finora si era stati portati a credere perchè in parte era rassicurante pensare “se l’erano voluta”. Nonostante le tracce di ciascuna vittima fossero molto labili, Rubenholf è riuscita nell’impresa di scrivere il suo “The Five”, dopo ardue ricerche attraverso registri parrocchiali, certificati di matrimonio, rapporti della polizia ed articoli di giornale. E solo dopo un’attenta analisi, la storica è giunta alla conclusione che ciò che accomunava quelle cinque donne, oltre alla crudele morte, era stata l’altrettanto crudele vita che le aveva spinte ai margini in quanto donne. Per anni, chi indagava sulle tracce di Jack lo Squartatore era convinto che le vittime fossero state tutte delle “pessime individue” o “bad characters” e che erano state proprio loro ad avvicinare l’assassino per ricavarsi qualcosa. In realtà era tutto molto lontano dalla verità.
JACK LO SQUARTATORE, CHI ERANO DAVVERO LE SUE VITTIME
Mary Nichols, ad esempio, aveva trascorso un’infanzia difficile prima di sposarsi e trasferirsi in un appartamento appena migliore da quello in cui aveva vissuto fino a quel momento. Quando però scoprì l’interesse del marito del la vicina vedova, decise di andar via di casa per ritrovarsi ben presto in un ricovero per senzatetto. E Anne Chapman? Lei aveva sposato il cocchiere di un gentiluomo ed era poi andata a vivere nella sua tenuta. Tuttavia, cadde nel tunnel dell’alcol. Elizabeth Stride, svedese, aveva sposato un falegname dopo aver lavorato come domestica. Aveva aperto un caffè ma dopo essersi ammalata di sifilide finì senza soldi in strada. Catherine Eddowes aveva sposato un giramondo con il quale viaggiò a lungo vendendo dei libricini usa e getta di poesie prima della tragica fine. Infine Mary Jane Kelly, la più giovane delle vittime, una buona famiglia alle spalle prima di finire nelle mani sbagliate. E’ probabile, dunque che lo Squartatore le scegliesse piuttosto perchè erano sole, disperate e povere. In fondo, nessuno avrebbe sentito la loro mancanza. Anche la regina Vittoria si interessò molto alle indagini sullo spietato killer e parlando delle vittime manifestò spesso pietà per le sfortunate donne “di classe cattiva”. Per Rubenholf, se non fossero state donne il loro destino sarebbe stato molto diverso.