Erano gli albori della guerra dell’Isis, quando molti europei e non solo di origine islamica, galvanizzati dalla propaganda islamista, lasciarono le loro case per unirsi alla guerra santa. Uno di questi era Abebe Oboi Ferreira, che addirittura partì da Trinidad portando con sé i due figli allora di 7 e 11 anni. Per la madre fu l’inizio di un lungo terribile periodo, senza più notizie di loro. Una volta giunto nello stato islamico l’uomo si era risposato con un’altra donna e di loro non si era saputo più niente fino al 2017, quando Abebe rimase ucciso in uno scontro militare. E i figli? Di loro si venne a sapere quando soldati dell’esercito democratico siriano, una delle tante formazioni in guerra contro il regime di Assad, li trovò sul ciglio di una strada desertica: li aveva abbandonati la madre adottiva perché “le davano fastidio”. A quel punto i due piccoli vengono portati in un campo di prigionia e di loro si perdono nuovamente le tracce. E’ a questo punto che si fa vivo l’ex leader dei Pink Floyd, Roger Waters, che da sempre si occupa di iniziative di pace nelle zone di guerra.
DALLA SIRIA A TRINIDAD
Saputo della loro presenza in quel campo di prigionia, paga personalmente tutte le spese per ottenerne la liberazione e anche quelle per portarli prima in territorio curdo, dove finalmente tornano liberi, poi in Svizzera. Waters paga le spese anche perché la madre li raggiunga da Trinidad in Svizzera dove intanto sono stati portati i ragazzini. La storia si è venuta a sapere perché l’ex Pink Floyd ha lanciato una campagna pubblica perché il governo di Trinidad conceda la documentazione necessaria perché la famigliola possa tornare a casa. Ci sono infatti molte difficoltà per i figli dei combattenti dell’Isis, burocratiche e non solo. I governi temono di portarsi in casa ex terroristi o persone, anche se bambini, che sono state sottoposte a lavaggio del cervello, dunque potenziali futuri terroristi. Il Regno Unito ad esempio non permette a nessuno degli ex miliziani dell’Isis il ritorno a casa, ma ci vanno di mezzo anche i familiari. Secondo quanto riporta Repubblica oggi, ci sono al momento sette madri e dodici bambini inglesi che sono stati portati in Siria dai loro uomini e si trovano attualmente in campi di prigionia siriani e iracheni. La Francia invece ha deciso di riaccogliere i bambini ma non le madri.