La Lega Nord è riuscita ad ottenere una suddivisione in più anni e uno "stop" sull'età pensionabile. Le modifiche dovranno essere approvate alla Camera.

Il tentativo di bloccare i requisiti per l’età pensionabile (ipotizzata di ulteriori 3 mesi) continua in commissione di Bilancio al Senato. Ora si attenderà ancora qualche giorno (entro il 16 dicembre), per poter arrivare in Aula e soltanto prima che finisca questo mese dovrebbe arrivare l’ok dalla Camera.



Al momento la Lega sembrerebbe esser riuscita a fermare l’incremento che sarebbe avvenuto già il prossimo anno, nel 2026, oltre che aver ottenuto la possibilità di spalmare su un paio d’anni (precisamente dal 2027 al 2028) le mensilità facente parte dell’aumento.

Cosa si sta facendo sull’età pensionabile?

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L’età pensionabile in Italia è un meccanismo che difficilmente potrà esser revocato, salvo manovre in extremis che possano consentirlo (ma soltanto in futuro). Al momento sia Giorgetti che Durigon sono entrambi d’accordo a fermare l’incremento, e stando alle loro “promesse”, o ora o il prossimo anno, si riuscirà nell’intento.



Ad oggi in base a dei requisiti specifici si esce più tardi dal lavoro, e già dal prossimo anno (nel 2027) si slitterà di un mese, per poi tra un altro anno (nel 2028) di 3 mesi. L’obiettivo è sterilizzare queste oscillazioni sempre più dannose per i lavoratori senior.

Nel nostro Bel Paese c’è una criticità importante, gli impiegati over 60 sono molti di più rispetto ai giovani, e le aziende italiane necessitano di una manodopera “junior”, soprattutto per favorire un cambio generazionale.

La fuga dei giovani lavoratori

Dal rapporto spiegato dal sottosegretario Durigon, nella nostra Penisola i lavoratori giovani che risultano  “occupati” sono il 4%, un numero decisamente basso se si da uno sguardo ai restanti Paesi europei dove il tasso oscilla tra l’8% e il 12%.



Un altro problema è legato alla fuga all’estero, sono sempre di più i ragazzi che scappano nel resto dell’Europa in cerca di un futuro migliore e di prospettive di vita più rosee. Questo però implica uno squilibrio nel sistema previdenziale italiano, che avrà sempre più difficoltà a pagare le prossime pensioni.