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Home » Economia e Finanza » FACEBOOK & CO/ Così la politica Usa cerca di fermare l’oligopolio FAGA

  • Economia e Finanza
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FACEBOOK & CO/ Così la politica Usa cerca di fermare l’oligopolio FAGA

Patrizia Feletig
Pubblicato 11 Ottobre 2020
facebook_1_rete_internet_socialnetwork_lapresse

Lapresse

Negli Stati Uniti Apple, Amazon, Google e Facebook sono accusate di aver cercato di fermare la concorrenza nei rispetti mercati

Apple, Amazon, Google e Facebook hanno usato il loro potere monopolistico per agire da cani da guardia del mercato, impedendo ad altri di entrarvi. È, in brutale sintesi, la conclusione dell’indagine di 16 mesi condotta dalla commissione d’inchiesta del Congresso degli Stati Uniti contenuta nel rapporto di 449 pagine a firma del parlamentare democratico David Cicilline. Incredibilmente per questo periodo di radicalizzazione delle contrapposizioni, l’indagine sui 4 colossi tecnologici ha raccolto l’adesione tanto dei Democratici quanto dei Repubblicani . Anzi, c’è da scommettere che l’amministrazione Trump utilizzerà questo risultato per dimostrare quanto il governo sia indipendente dallo strapotere di Silicon Valley. E per il Presidente sarà l’occasione per prendersi una rivincita su Facebook e Google che, da anni, accusa senza essere mai riuscito a provarlo, di censurare i messaggi con contenuti conservatori.


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Quello che si rinfaccia alle 4 aziende, in gergo note con l’acronimo FAGA che riprende le iniziali di ciascuna, è aver raggiunto un vantaggio competitivo grazie ad aggressive campagne di acquisizioni. Le quattro che hanno un valore complessivo di circa 5mila miliardi di dollari e rappresentano principalmente dal commercio elettronico e servizi cloud (Amazon) ai sistemi operativi per smartphone e ai suoi software (Apple), fino ai social network (Facebook) e ai motori di ricerca (Google), dal 2001 a oggi hanno “mangiato” oltre 560 imprese: 104 nel carniere di Amazon, 120 in quello di Apple. Facebook conquista una posizione inespugnabile nel mercato dei social network acquistando 86 imprese e Google 256. Società e start-up acquistate per perseguire una strategia di open innovation: compro tecnologia proprietaria invece di produrla all’interno.


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È una procedura legale e legittima, anche se osservato in filigrana, in queste dosi massicce, mira a neutralizzare una spina nel fianco, un concorrente che insidia o potrebbe insidiare il proprio mercato. Negli anni si sono così creati, senza l’intervento dell’antitrust americano, degli oligopoli invincibili che dettano legge. A parte un malcelato malcontento nella comunità, finora ai concorrenti non rimanevano che armi spuntate per contrastare il dominio FAGA. Per esempio, trascinare la Big Tech di turno in tribunale con l’accusa di strozzare la concorrenza. Ne sa qualcosa la casa di videogiochi Epic sviluppatrice dell’hit Fortnite, che ha citato in giudizio Apple per motivi antitrust. La crociata di Oracle contro Google per presunta violazione di copyright.


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Il rapporto non ha implicazioni dirette sulle FAGA, ma la commissione d’inchiesta richiede al Congresso di ridimensionare questo potere che distrugge la concorrenza e la libera impresa, per esempio separando le linee di attività. Uno spezzatino come a suo tempo avvenne con le compagnie petrolifere o con l’operatore telco AT&T. Le conclusioni del rapporto Cicilline arrivano con un perfetto tempismo con l’uscita sugli schermi Netflix del docufilm The Social Dilemma con l’accusa a Facebook, Instagram, Twitter, di violare la privacy dei cittadini e di usare deliberatamente dei meccanismi subliminali per creare negli utenti dipendenza dai social.

Se oltreoceano è un periodo nero per le big tech – il 72% degli americani ritiene che abbiano troppo potere, secondo un’indagine Pew – in Europa si cerca di prevenire. Da mesi la Commissione sta ragionando su come proibire ai colossi digitali di impegnarsi in “pratiche sleali”: dalle piattaforme che favoriscono i propri servizi al rifiuto di lavorare con quelle concorrenti. Se le idee che circolano a Bruxelles venissero implementate sarebbe una camicia di forza legale. Un esempio. Le applicazioni di chat dominanti come WhatsApp di Facebook potrebbero essere costrette ad accettare messaggi da quelle più piccole; le piattaforme costrette a condividere i dati con i concorrenti, eliminando una barriera all’ingresso per i nuovi arrivati. Ma l’applicazione di norme, apparentemente ragionevoli e condivisibili, come l’interoperabilità tra le app di messaggistica (come avviene con i provider di telefonia mobile che devono accettare chiamate da reti concorrenti) potrebbe nuocere alla concorrenza tra i metodi di cifratura, per esempio. Alla fine, il dilemma insolubile è se i FAGA sono grandi perché innovano oppure innovano perché sono grandi. E restringendo il loro business smetterebbero di innovare?


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