A Storie Italiane si torna sul caso della famiglia nel bosco con le nuove dichiarazioni del sindaco di Palmoli e dell'avvocato della famiglia stessa
Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, si è soffermato oggi come primo servizio sul caso della famiglia nel bosco, mandando in onda prima di tutto le parole dell’avvocatessa della stessa, famiglia, che ha aggiornato la situazione dicendo: “Catherine e Nathan stanno portando avanti la più totale collaborazione, a me importa che questo messaggio passi, stiamo lavorando per il ricongiungimento della famiglia”.
E ancora: “Le tempistiche non dipendono da me, spero che il tribunale accolga tutti gli elementi nuovi, gli elementi ci sono e vanno attenzionati, mi auguro che ci sia il ricongiungimento. Ora si attende il tribunale e spero di poter dire che il ricongiungimento sia prossimo e vicino visto che tutti i passaggi sono stati fatti, stiamo attenzionando tutte le criticità che sono emerse, anche per via delle difficoltà che avevano di comprendere la lingua italiana”, quindi ha voluto precisare una cosa molto importante: “I figli non sono dei genitori ne dello stato”.
FAMIGLIA NEL BOSCO, IL SINDACO SPERA CHE IL RICONGIUNGIMENTO POSSA AVVENIRE PRESTO
Storie Italiane ha parlato della famiglia nel bosco anche con il sindaco di Palmoli, il Comune della provincia di Chieti dove risiede appunto la famiglia, che ha spiegato: “Posso confermare quanto detto ieri, nell’ordinanza dell’allontanamento si elencavano alcune criticità, la prima era quella della casa che è stata risolta, la seconda era quella della scuola che è stata risolta”. E ancora: “Ad inizio novembre il Comune ha ricevuto una comunicazione dal dirigente scolastico sull’attività scolastica dei minori dicendo che la famiglia aveva comunicato la volontà di avvalersi della scuola parentale come previsto dall’ordinamento italiano, poi confermato anche dal ministro Valditara, per cui anche la questione scolastica si deve ritenere risolta, rimane il problema della socializzazione”.
Quindi il sindaco ha precisato: “Non so perchè continuino a parlare di problema istruzione a meno che non si riferisca all’istruzione sostanziale, avendo verificato che i bimbi a livello di istruzione e di lingua italiano abbiano dei recuperi da fare ma questo potremmo farlo anche con la famiglia ricongiunta. C’era il problema della socializzazione emerso per l’atteggiamento di rifiuto e ostruzionismo dei genitori ma nel momento in cui l’atteggiamento è cambiato io credo che tutte le criticità abbiano avuto una risoluzione, di conseguenza si può procedere al ricongiungimento verso la famiglia, dobbiamo tenere conto del valore di ricongiungimento che deve essere salvaguardato visto la risoluzione delle altre problematiche”.
FAMIGLIA NEL BOSCO, IL SINDACO PUNTUALIZZA SULLA SCUOLA
Il caso, come fa notare Eleonora Daniele, sta diventando internazionale, non soltanto perchè se ne sta occupando la stampa estera ma anche perchè ieri è arrivato a Palmoli il console australiano, per cercare di tastare con mano quanto sta accadendo. Il sindaco è tornato sull’attività spirituale della mamma, Catherine: “I figli apparivano nelle foto, è una di quelle più circolanti. Il fatto che la famiglia sia stata particolarmente fondamentalista nelle sue convinzioni è un fatto assodato perchè sul sito non si parlava di home schooling, a cui ci si è arrivati dopo perchè la famiglia ha sempre teorizzato la un schooling, la non scuola, non riconosciuta dall’ordinamento italiano, il metro di istruzione che la famiglia stava adottando quando sono intervenuti i servizi sociali. La situazione che abbiamo oggi, io ritengo avendo vissuto tutta la vicenda da 14 mesi, ritengo che sia responsabilità essenzialmente dei genitori che hanno impedito ad organi dello stato di fare ciò che prevede la legge”.
“Se avessero accettato di abitare nell’abitazione messa a disposizione del Comune nell’immediatezza dell’incidente dei funghi, a questo punto non saremmo arrivati. Ma ormai quello che è successo è successo e dobbiamo prendere atto che la casa c’è, l’istruzione c’è, le attività di socializzazione potranno essere fatte anche con il ricongiungimento, perchè tanto i bimbi saranno ancora seguiti e la genitorialità sarà sospesa, io penso che il ricongiungimento non pregiudichi la vita dei bimbi”.
FAMIGLIA NEL BOSCO, IL SINDACO SUL CASO DEI FUNGHI
Sull’avvelenamento da funghi, il fatto che ha scatenato tutto, il sindaco ha ricordato: “E’ stata una questione molto grave. In Abruzzo la raccolta dei funghi è regolamentata a livello regionale e se non si è in possesso di un patentino apposito non si possono raccogliere i funghi. La famiglia ha raccolto questi funghi fra cui alcuni velenosi e un vicino di casa li ha trovati incoscienti a terra quindi ha allertato i carabinieri che a loro volta hanno allertato l’elisoccorso e le ambulanza con il ricovero in due ospedali diversi, Chieti e Vasto. I carabinieri in quella circostanza hanno riscontrato le carenti condizioni igienico sanitarie del fabbricato e questa relazione per legge è stata trasmessa alla procura, poi si è passati al tribunale dei minori che ha contattato i servizi sociali per fare tutti gli accertamenti del caso ma ai servizi sociali sono stati impediti questi accertamenti con la famiglia che si è rima resa irreperibile trasferendosi e poi ha ostacolato queste attività nonostante avessero sottoscritto un protocollo quindi queste sono le motivazioni che hanno portato l’allontanamento dei figli”.
Il sindaco ha precisato che “Il padre Nathan ha avuto la forza di spostarsi sulla strada, se no nessuno li avrebbe visti, poi però è stato anche lui sopraffatto dai funghi ed è rimasto sulla strada seduto, privo di sensi, in uno stato di incoscienza. Quando è arrivato l’elisoccorso sono stati presi a bordo madre e bimba più grande che erano i casi più gravi, e la bimba si toglieva la canula dell’ossigeno perchè ripeteva plastica, plastica e questo ha impressionato molto gli operatori sanitari”.
Il sindaco ribadisce comunque che “In questi 14 mesi molte criticità sono state risolte e in questo momento l’affetto e l’amore dei bimbi deve essere risolto, abbiamo risolto i problemi e i genitori hanno acconsentito a svolgere tutte quelle attività richieste, quindi io credo che non vi siano più motivi per non ricongiungere la famiglia”. Speriamo quindi che alla fine la famiglia nel bosco possa ricongiungersi e la sensazione è che sia soltanto questione di giorni se non addirittura di ore: siamo certi che il Natale lo festeggeranno tutti assieme, con la speranza poi che nei prossimi mesi e anni la situazione continui a restare in linea con le normative italiane nei confronti dei minori. Siamo certi che di questo caso se ne continuerà a parlare ancora a lungo.