Nel grande marasma del Coronavirus c’è una notizia che è emersa, a fatica, tra le migliaia dedicate al virus cinese che ha contagiato mezza Italia: si tratta di un questionario choc somministrato ad alcuni studenti vicino Bergamo, a Clusone, dove tra le tante domande si cerca di “carpire” un eventuale gradi di razzismo insito nelle giovani generazioni. «Secondo te è vero che il comportamento criminale dei marocchini è dovuto alle differenze culturali di questo popolo?», si legge tra le domande del questionario segnalato dal consigliere comunale e regionale della Lega, Max Bastoni, a Il Giornale. Ma non è mica tutto, le domande sono tutte “giocate” sul trabocchetto possibile di sottoporre domande scomode e “scorrette” per vedere come rispondono gli studenti ed eventualmente capire quanto è profondo il razzismo “nascosto” delle giovani menti. Ecco poi gradi ben più pesanti e inquietanti nelle domande successive: «I marocchini discendono da popolazioni che possiedono abilità meno sviluppate» o ancora «Cosa pensi dell’arrivo di marocchini in Italia?», per non parlare di «Secondo te i marocchini danneggiano la nostra immagine di Stato?».
QUESTIONARIO A SCUOLA: LE DOMANDE CHOC
Ad ogni domanda gli studenti del liceo di Clusone dovevano rispondere con gradi di accordo che andavano dal “si” all’”assolutamente no”: ecco però che il segno, già passato in diverse domande, viene del tutto travolto dalla domanda centrale «Sarei disposto ad avere rapporti sessuali con un marocchino». Sempre il Giornale riporta poi anche altri quesiti dove è evidente la forma per “assurdo” per capire fin dove si sanno spingere gli studenti: «I marocchini sono una razza inferiore» oppure «Avrei problemi a difendere un individuo marocchino». Il consigliere della Lega non ci sta e denuncia il caso: «Ma quando finirà la dittatura del politicamente corretto?». Il problema è infatti proprio il rischio di “schedare”, segnalare o peggio “controllare” gli studenti una volta che avessero risposto ad alcune di quelle domande: ecco che Bastoni contrattacca «Cosa succede ad uno studente che non condivide la retorica buonista? Viene schedato? Negli anni Settanta gli studenti non omologati alla sinistra extraparlamentare finivano, segnalati dagli insegnanti, sotto la graticola dei servizi d’ordine di Avanguardia Operaia. Oggi finiscono alla gogna o come soggetti da rieducare?». Come ci scrive la giornalista ed ex parlamentare Souad Sbai in una lettera in esclusiva per il Sussidiario, «Non sarebbe invece dovere del ministro dell’Istruzione intervenire concretamente per impedire che la scuola pubblica in Italia venga piegata a logiche di tipo politico? Non occorrerebbe, inoltre, lavorare a una riforma dell’attuazione del principio dell’autonomia scolastica, affinché non venga più consentito a singoli istituti di farsi scudo degli ampi margini di manovra concessi dalla legge per perseguire obiettivi impropri, se non pericolosi?»