Il primo caso di febbre Oropouche in Europa è stato registrato in Italia e in particolare in Veneto nei giorni scorsi. L’infezione, in base a quanto riscontrato dai medici, è di importazione: il paziente, come riportato da SkyTg24, infatti, è tornata di recente da un viaggio nella zona dei Caraibi. Il virus, in tal senso, è molto diffuso nella regione amazzonica. Non era mai arrivato finora nel vecchio continente. È per questo motivo che è stata una sorpresa quando è stato isolato nei laboratori del Dipartimento di malattie infettive tropicali e Microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, in provincia di Verona. È stata poi prontamente effettuata la segnalazione alla Asl di competenza. La donna si sta sottoponendo alle necessarie cure, ma le sue condizioni non sembrano destare preoccupazione.
L’allerta della febbre Oropouche resta comunque alta, soprattutto in virtù del fatto che i casi di importazione potrebbero aumentare nei prossimi mesi, dato che la diffusione del virus in Sudamerica è tutt’altro che limitata. L’Oms ha comunicato in tal senso che ci sono stati oltre 5000 casi quest’anno suddivisi in 4 paesi: Bolivia, Brasile, Colombia e Perù. Se si considerano quelli che non sono stati registrati ufficialmente, potrebbero essere molto di più. Il contagio infatti avviene tramite la puntura di una zanzara.
Cos’è la febbre Oropouche, quali sono i sintomi dell’infezione
Il virus che provoca la febbre Oropouche è simile a quello di Dengue e Zika. Lo stesso vale per i sintomi, che si manifestano dopo 3-8 giorni dalla puntura dell’insetto vettore con febbre alta (oltre i 39°), accompagnata da mal di testa, dolore retrorbitale, malessere generale, mialgia, artralgia, nausea, vomito e fotofobia. Nei rari casi più gravi lo stato di salute del paziente si può aggravare con interessamento del sistema nervoso centrale, come meningite ed encefalite. È più frequente invece che i sintomi più lievi tornino a manifestarsi dopo giorni dal miglioramento delle condizioni, anche dopo un mese.
È dunque frequente che la febbre Oropouche venga confusa con altri stati febbrili e influenzali simili. È per questo motivo che, al fine di evitare una diffusione dei casi, gli esperti intendono mantenere sotto controllo la situazione e invitano coloro che rientrano dai Paesi a rischio a monitorare con attenzione le proprie condizioni di salute.