Il presidente della Federazione famiglie cattoliche Vincenzo Bassi ha commentato l'esclusione dai fondi UE: si tratta di una vera e propria discriminazione

Dopo alcuni giorni di silenzio – e analisi – sull’incomprensibile esclusione della FAFCE (ovvero la Federazione famiglie cattoliche) dai fondi europei, il presidente Vincenzo Bassi ha deciso di rompere il silenzio alla luce delle rilevazioni commissionate alla società di consulenza Theoria sul documento di rifiuto siglato dalla Commissione europea: un commento – quello del presidente della Federazione famiglie cattoliche- che lascia trasparire una certa amarezza e, soprattutto, l’incertezza per i centinaia di progetti che rimarranno senza finanziamento.



Partendo proprio dalle rilevazioni di Theoria, nel plico di documenti con i quali sono stati esclusi tutti i (tanti) progetti proposti dalla Federazione famiglie cattoliche si nota un’apparentemente chiara discriminazione ideologica: si fa riferimento, infatti, all’assenza di chiari dettagli su come i progetti dovrebbero rispondere “alle priorità tematiche indicate nel bando” e a non meglio precisati rischi di contraddizione con i requisiti di “eguaglianza”; tutto senza effettivi dettagli.



Non solo, perché i progetti della Federazione famiglie cattoliche vengono anche bocciati in virtù di “informazioni limitate sulle disparità di genere”, viene contestata l’assenza di strategie per affrontare “le vulnerabilità dei bambini” e mancano anche riferimenti a eventuali “salvaguardie contro la discriminazione”; ma l’aspetto più grave è che alcuni progetti proposti da FAFCE presentavano – secondo i revisori – buone risposte a i criteri elencati, ma a causa di un “piccolo numero di difetti” gli sono stati affibbiati punteggi scarsissimi, tali da determinarne l’esclusione.



Vincenzo Bassi (Federazione famiglie cattoliche): “A Bruxelles la famiglia tradizionale non interessa più”

Insomma, secondo Theoria i punti elencati dalla Commissione sarebbero tutt’altro che utili per capire le reali ragioni del diniego dei fondi europei alla Federazione famiglie cattoliche con una prassi che – secondo la società di consulenza – si ripete in modo pressoché identico per ogni “organizzazione cristiana o pro-life“: non a caso, secondo Bassi è chiaro che il “tema della famiglia” non interessi veramente a Bruxelles, tradendo gli stessi obbiettivi europei di salvaguardare i bambini che – suo avviso – non possono che passare anche attraverso la famiglia.

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Secondo il presidente della Federazione famiglie cattoliche, infatti, ai decisori politici europei interessa maggiormente il tema della promozione delle “famiglie arcobaleno” a discapito di quelle – ancora maggioritarie – “tradizionali”, fermo restando che Bassi ci tiene a chiarire che “il nostro approccio include tutti” e non discrimina nessuno; mentre sul tema è intervenuta anche la ministra Roccella con un post su Facebook nel quale ha ricordato che forse non ci si dovrebbe stupire “dell’inverno demografico” se la priorità della Commissione è quella di promuovere esclusivamente i valori LGBT.