Federmacchine ha presentato oggi il report sul 2024 del comparto dei beni strumentali: tutti i principali indicatori economici sono in negativo
Secondo l’ultima rapporto di Federmacchine – pubblicato in questi giorni e presentato oggi durante l’Assemblea Annuale della federazione -, il 2024 del comparto industriale del bene strumentale ha attraversato un calo di tutti gli indicatori economici, diventando a pieno titolo uno degli anni peggiore dell’ultimo periodo storico; mentre – fortunatamente – le stime per il 2025 sembrano essere positive, aprendo a una crescita che impiegherà un paio di anni per andare a regime.
Partendo proprio dal report di Federmacchine – stilato dal suo Gruppo Statistiche – è interessante notare da subito che nel 2024 il fatturato del comparso si è attestato a 52,5 miliardi, pari a un calo del 7,4% rispetto al 2023: un dato trainato dai pessimi risultati sul mercato interno tra le consegne calate del 13,7% (per un controvalore di 16,4 miliardi) e il consumo diminuito addirittura dal 14,3% per un totale inferiore ai 26 miliardi di euro.
D’altra parte, è positivo notare – rileva ancora Federmacchine – che a fronte di un calo nelle importazioni del 15,2% per 9,8 miliardi complessivamente importati, al contempo le esportazioni si sono ridotte solamente del 4,2%, per un totale di 36 miliardi: il primo mercato di destinazione resta quello europeo (36,3% del totale esportato), seguito dalle due Americhe (16,6%) e dall’Asia (11,8%); mentre d’altra parte solo Spagna e India hanno fatto registrare un incremento degli ordini, con gli Stati Uniti che restano la prima nazione per l’export con 5 miliardi di euro generati.
Bruno Bettelli (Federmacchine): “L’UE deve lavorare all’apertura di nuovi accordi di libero scambio commerciale”
Parlando dei dati del 2024, il presidente di Federmacchine Bruno Bettelli ci ha tenuto a notare come – pur in calo – “il fatturato è comunque rimasto su livelli alti” con un 2025 che si prospetta “col segno positivo” grazie soprattutto a un previsto aumento degli ordini domestici e dell’export: proprio in tale senso, è importante ore lavorare sulle incertezze internazionali partendo dalla “guerra commerciale” con gli USA che sono “il primo mercato di esportazione” per il comparto.
Incertezza – spiega ancora il presidente Federmacchine – che parte dalla minaccia di dazi “troppo elevati” e arrivando fino al “clima di incertezza alimentato dai suoi continui annunci“: l’effetto di quest’ultimo – secondo Bettelli – “creare un vero e proprio blocco della domanda” e degli investimenti da parte degli attori commerciali; con la speranza che “le autorità di Bruxelles” riescano a condurre un “negoziati ragionevoli” con Trump e, al contempo, ad aprire le porte a “un piano alternativo” che potrebbe avere il modello degli “accordi di libero scambio (..) tra UE e MERCOSUR“.
D’altra parte, secondo il presidente di Federmacchine è importante che anche le autorità italiane facciano la loro parte, iniziando “da subito” a ragionare sulla “definizione di un piano di politica industriale” che possa sostituire efficientemente “i provvedimenti 4.0 e 5.0” destinati a concludersi nel corso dei prossimi mesi; trovando un modo valido per accompagnare e sostenere “l’industria manifatturiera italiana dal 2026 in avanti“.