Figli Nino D'Angelo: Antonio e Vincenzo sono nati dal matrimonio con la moglie Annamaria Gallo. Conosciamoli meglio: dal lavoro alla vita privata
Chi sono Vincenzo e Antonio D’Angelo i figli di Nino D’Angelo? Una bella famiglia quella del cantautore, ambasciatore della musica napoletana nel mondo, che è sposato da più di 40 anni con la moglie e donna della sua vita Annamaria Gallo. Un matrimonio d’amore suggellato anche dalla nascita di due splendidi figli a cui il cantautore è molto legato. Antonio D’angelo è il primo figlio e, nonostante il nome d’arte, lavora nel mondo dello spettacolo. Regista e sceneggiatore, Antonio dopo aver debuttato con un cortometraggio ha attirato l’attenzione della critica cinematografica conquistando anche una nomination ai David di Donatello. Non solo regista e sceneggiatore, Antonio D’angelo è anche un uomo realizzato nella vita privata visto che è sposato. Non è dato sapere di più sulla moglie essendo un uomo discreto e riservato che predilige vivere una vita lontano dal clamore mediatico.
Poi c’è il secondo figlio Vincenzo che, a differenza del fratello maggiore, ha scelto un ambito differente a livello lavorativo. Vincenzo è un giornalista affermato che collabora con La Gazzetta dello Sport.
Nino D’Angelo sui figli Vincenzo e Antonio: “non ho fatto mancare nulla”
Il rapporto tra Nino D’Angelo e i figli Antonio e Vincenzo è sempre stato buono anche se il cantautore non nasconde di essere stato un padre assente, visto che proprio quando sono nati loro è arrivato il successo. “Avrei voluto accompagnarli a scuola, vestirli la mattina” – ha dichiarato il cantante che, nonostante i mille impegni di lavoro, è sempre stato un padre presente ed attento alla crescita dei suoi figli. La conferma è arrivata nel tempo visto che i figli non solo hanno compreso i suoi sacrifici, ma lo amano perdutamente..
“I miei figli sono il mio successo più grande” – ha sottolineato Nino ospite di Silvia Toffanin a Verissimo raccontando che la famiglia è sempre stata la sua forza ed ancora di salvezza a cui aggrapparsi nei momenti no della vita.