Dopo cinque episodi criminali subiti dalla sua famiglia, Giovanni De Giovanni, figlio del celebre scrittore Maurizio, ha deciso di affidare a Facebook quello che è allo stesso tempo uno sfogo e una dichiarazione d’amore per Napoli. “Tentato furto d’auto e tentata rapina a mano armata del motociclo a mio fratello Roberto; furto in casa a me. Con oggi, due furti di motociclo a mio padre Maurizio. Cos’altro dovrà succederci ancora per elevarci con voce comune?”, così scrive Giovanni De Giovanni, che in queste ore ha ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà, da napoletani e non. Il figlio di uno degli intellettuali contemporanei di riferimento del capoluogo partenopeo lascia intendere che la sua famiglia è stata presa di mira:”Hanno dovuto addirittura distruggere una saracinesca per prendere il motorino di mio padre da dentro al garage: una sorprendente determinazione”. Ma quella dei De Giovanni è una scelta di vita.
FIGLIO MAURIZIO DE GIOVANNI, “NAPOLI E’ CASA”
Il figlio di Maurizio De Giovanni spiega come in blocco abbiano sposato la causa napoletana:”Papà avrebbe potuto vivere ovunque: per lavoro sarebbe stato meglio scegliere Milano, Roma. Roberto avrebbe potuto prendere una borsa di specializzazione in medicina in un’altra città, o studiare all’estero, probabilmente con dei benefici sulla sua formazione. Io stesso avrei fatto con più semplicità l’ingegnere a Torino, a Milano o all’estero. Abbiamo scelto Napoli. Tutti e tre. Abbiamo scelto Napoli, e chi ci conosce sa il nostro attaccamento a questo territorio, dove peraltro siamo tornati a vivere solo nel 2000″. Giovanni De Giovanni continua:”Secondo le proprie platee e le proprie possibilità ci facciamo promotori di una Napoli diversa, lontana dai preconcetti barbari e sommari di chi conosce di Napoli solo il sensazionalismo di testate online, incontrando lo stupore di ogni interlocutore forestiero. Continueremo, senza ripensamenti, con la consapevolezza che in ogni grande città del mondo accadono queste cose. mi chiedo se sia possibile invertire questo flusso. Mi chiedo se una qualche forma di buon senso e di unità possano esistere tra i cittadini. Mi chiedo cosa dovrà succederci ancora per elevarci con una voce comune e cosa debba capitare prima che l’ergersi a portavoce di Valori non sia motivo di scherno, illazioni ed “additamenti” degni di Masaniello da parte degli altri, ma diventi ragione di stima e sostegno”. Poi la chiosa:”Alla fine si tratta un po’ di alzare la testa, tutti noi, e chiederci: dove stiamo andando? Mi va bene? Posso fare qualcosa per cambiare? Mi auguro solo che tanta gente si ponga queste domande, dando risposte o riuscendo ad affidarsi a qualcuno che le abbia per lui, credendoci. Napoli non è il Far West. Napoli è il nome di una città. Il nome di casa. E casa mia, io non la lascio”.