Si torna a parlare di fisco e tasse dato che si avvicina la messa a punto della Legge di bilancio. Un intervento auspicabile è quello sulla riscossione

In questi giorni, come sempre accade in questo periodo, si sta procedendo alla formazione della legge finanziaria. Un tema sul tappeto è la riapertura della rottamazione dei ruoli presenti nel magazzino fiscale.

Il provvedimento è contrastato e auspicato. Chi lo contrasta fa leva sulle dichiarazioni della Corte dei Conti, che più volte ha parlato dell”insuccesso delle definizioni agevolate delle cartelle, sottolineando, dati alla mano, la netta differenza tra adesioni e pagamenti delle rate, tra entrate attese ed effettive.



Chi lo auspica ritiene che il provvedimento servirà ad aiutare chi è rimasto indietro. Questa tesi, giunti al quinto provvedimento, inizia a perdere di forza e ciò dà voce a chi ritiene che la riapertura della rottamazione finisce solo per aiutare chi evade.

Tra le ipotesi alla base della riapertura della rottamazione ci sarebbe la previsione che non vi potrà accedere chi ha aderito alle rottamazioni precedenti e non ha onorato i pagamenti concordati. In sé per sé la previsione di escludere questi soggetti potrebbe avere un fondamento, a patto che poi si sappia come si possa nel concreto provvedere alla riscossione di quanto da questi dovuto.



È innegabile, infatti, che tra i possibili beneficiari della riapertura possano esserci coloro che fanno ricorso alla pace fiscale in maniera strumentale per rallentare le procedure esecutive in atto o attivabili.

In questo contesto occorre come sempre rispondere agli stessi interrogativi: gli incassi auspicabili servono alle finanze dello Stato, è giusto dare una chance a chi è rimasto indietro più o meno involontariamente ecc.

È evidente che ogni provvedimento normativo, nell’impossibilità di poter regolamentare tutte le possibili ipotesi, deve fare delle scelte. È proprio su questo versante, quindi, che occorre elaborare nuove previsioni o nuove regole che rendano effettivi gli incassi: tanto quelli legati alla riapertura della rottamazione quanto quelli già inseriti nei ruoli.



Occorre, quindi, rivedere la fase della riscossione anche quella dei carichi “sospesi” dalla rottamazione. Uno dei provvedimenti sul tappeto per rilanciare la capacità d’incasso del fisco è quello di consentire l’accesso a tutti i dati contenuti nell’anagrafe tributaria e nell’anagrafe dei rapporti finanziari che possano essere utili a rafforzare la riscossione.

Il tema non è nuovo e gli ostacoli permangono. L’accesso mirato ai conti correnti rientra tra le azioni in esame. Intervenire sui conti delle aziende in maniera non organica potrebbe da un lato favorire gli incassi, ma dall’altro presenta il rischio di paralizzare l’attività d’impresa. C’è il rischio concreto, infatti, che se la riscossione dovesse investire tutte le risorse dell’azienda questa potrebbe entrare in crisi provocando danni irreversibili alla continuità aziendale.

Con ogni probabilità le difficoltà a percorrere questa strada sta nella volontà della politica di non voler sembra di voler dare un contenuto reale al “grande fratello fiscale” capace di entrare in banca. Per rafforzare la riscossione si stanno percorrendo anche altre strade come quella di agire per pignorare gli incassi delle aziende attingendo ai dati contenuti nel sistema della fatturazione elettronica.

Giunti a questo punto appare evidente che il sistema attuale della riscossione, che interviene allorquando occorre incassare le imposte accertate e/o quelle da versamenti omessi, ha dei limiti che ne riducono l’efficienza.

Andrebbe verificato se la soluzione non stia nella fase ante, ovvero quella di creazione della ricchezza. La soluzione potrebbe essere quella di rafforzare l’istituto del sostituto di imposta che già agisce per alcune categorie reddituali e per alcune prestazioni. Il sostituto di imposta opera ritenute di acconto al momento degli incassi (già oggi vengono operate ritenute ai professionisti, alle provvigioni, al lavoro dipendente, ecc.).

L’azione possibile dovrebbe operare sugli incassi che avvengono attraverso il sistema bancario operando in maniera simile a quanto accade per i lavori edili allorquando intervenuto il pagamento da parte del cliente l’accredito al fornitore avviene al netto di una ritenuta fiscale che andrà scomputata dalle imposte da pagare a saldo.

I vantaggi potrebbero essere molteplici: il fisco incasserebbe prima, le imprese pagherebbe in maniera frazionata e non in un arco temporale concentrato (giugno-dicembre).

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