Attilio Fontana garantista su inchiesta Milano e Sala: "Mi preoccupa, perché va contro un modello di sviluppo". E su Salvini e Open Arms ravvisa accanimento
Matteo Salvini non ha escluso l’ipotesi di candidarsi come sindaco di Milano in futuro; invece Attilio Fontana chiude all’ipotesi, «anche per ragioni di coerenza». Il governatore della Regione Lombardia ne parla a Il Giornale, spiegando che per guidare una città bisogna viverci, mentre lui non vive a Milano. La domanda è inevitabilmente legata all’inchiesta urbanistica che ha travolto la giunta Sala in questi ultimi giorni. Una questione che spinge il presidente lombardo a ribadire la sua linea garantista.
L’esponente della Lega, di cui la sinistra chiese le dimissioni e che rispose agli attacchi resistendo e ottenendo il proscioglimento, ricorda nell’intervista che l’avviso di garanzia è solo un’ipotesi accusatoria, e che il giudizio spetta al tribunale, il quale deve confrontare le versioni di accusa e difesa e trarre le sue conclusioni.
D’altra parte, Fontana non nasconde la sua preoccupazione, perché nella nuova inchiesta vede «qualcosa che va oltre Sala e la giunta», cioè «va contro un modello di sviluppo». Per Fontana c’è un solo modello che funziona, ed è quello lombardo, in parte rispecchiato da quello meneghino.
Il motivo è legato alla collaborazione tra pubblico e privato. Lo dimostra il Patto per lo sviluppo, che coinvolge sindacati, categorie e professioni, imprenditori: c’è un confronto di idee, poi la Regione Lombardia decide facendo una sintesi. Quel modello, segnala Fontana, «non lascia indietro nessuno», ed è questo il motivo per cui risulta efficace.
LE CRITICHE DI FONTANA ALLA GIUNTA SALA
Non mancano, però, critiche a Sala da parte del governatore lombardo, che accusa il sindaco di Milano di aver trascurato l’area metropolitana per concentrarsi sulle «zone più prestigiose della città», in particolare il centro storico. Dunque, per Fontana lo sviluppo è stato squilibrato: pur riconoscendo quanto sia stato grande per il centro storico, dando valore internazionale a Milano, sostiene che bisogna impegnarsi allo stesso modo per le periferie e la città metropolitana.
Pur non essendo a conoscenza dell’inchiesta urbanistica di Milano, il governatore della Lombardia condivide la linea di Piero Bassetti, secondo cui c’è «una discrasia tra la velocità della società e la velocità della politica e della burocrazia», quindi politica e società diventano incompatibili.
Per quanto concerne, invece, la posizione della sinistra – che chiedeva le dimissioni di Toti fino a qualche mese fa e aveva chiesto pure quelle di Fontana – quest’ultimo ritiene che non abbia un’idea chiara e che prenda posizioni in base a come possano risultare utili al momento, senza essere coerente.
DA SALVINI ALLE ELEZIONI REGIONALI
Nell’intervista a Il Giornale, Fontana commenta anche il ricorso della Procura di Palermo contro l’assoluzione di Matteo Salvini nel processo di primo grado su Open Arms. Il governatore lombardo non la concepisce, visto che quella sentenza era stata «molto chiara» e non lasciava spazio a dubbi. «L’innocenza di Salvini è fuori discussione. Mi sembra del tutto inutile questo ricorso. E mi sembra un atto di accanimento».
Ciò spinge il presidente della Lombardia a suggerire un dibattito con la sinistra sulla linea da seguire quando la magistratura fa queste incursioni; ma, secondo Fontana, sarebbe utile inseguire il bene comune anche su altri temi, come la sanità.
Infine, in merito alle elezioni regionali, Fontana non ritiene che possano influenzare la politica italiana, essendo consultazioni territoriali, a meno che non si verifichino dei «cataclismi», come una vittoria della sinistra in Veneto o della destra in Toscana.