La Procura Generale presenta ufficiale ricorso contro la decisione degli arresti domiciliari a Roberto Formigoni, stabilita lo scorso 22 luglio dal Tribunale di Sorveglianza di Milano: invece del carcere, cui è stato rinchiuso per 6 mesi l’ex Governatore, i giudici avevano deciso che per espiare la pena di 5 anni e 10 mesi inflitta dalla Cassazione per il reato di corruzione sul caso Maugeri fosse corretta la richiesta della difesa per i domiciliari. Ma ora il procuratore generale fa ricorso proprio contro quella decisione: stando a quanto riferito dalla Procura Generale di Milano «Non c’è il requisito della “collaborazione impossibile”» come invece fu stabilito nel provvedimento di una settimana fa del Tribunale facendo cadere il requisito richiesto dalla Legge Spazzacorrotti scarcerando Formigoni e costringendolo alla misura cautelare dei domiciliari. Stamattina l’avvocato generale Nunzia Gatto ha chiesto alla Suprema Corte di Cassazione di annullare l’ordinanza con rinvio per un nuovo esame del caso allo stesso Tribunale di Sorveglianza.
IL RICORSO CONTRO I DOMICILIARI A FORMIGONI
Secondo la Procura Generale vi è una sostanziale incongruenza tra l’ordinanza del 22 luglio scorso e la condanna riconosciuta a Roberto Formigoni: nell’atto di questa mattina si sostiene, riporta Sky Tg24, come l’ex presidente lombardo possa ancora collaborare attivamente alle indagini. Il Tribunale di Sorveglianza invece aveva fatto valere il requisito di “collaborazione impossibile” spiegando come ormai non potessero più esserci i termini per una collaborazione attiva nel caso Maugeri. Formigoni non ha mai parlato in merito perché essendosi sempre ritenuto e professato innocente non aveva questioni da “rivelare” ulteriormente rispetto al processo che è già andato in giudicato. Per la Procura Generale però tutto questo non sussisterebbe: «potrebbe dare indicazioni visto che sono in corso confische di beni nell’ambito del procedimento Maugeri, può rendere dichiarazioni nel processo in corso a Cremona, che si reputa connesso, e in cui è imputato per presunte tangenti in cambio di appalti nella sanità lombarda con altre persone tra cui l’ex consigliere regionale Massimo Guarischi», riporta ancora Sky Tg24. Infine, il pg nella sua richiesta di ricorso ricorda come a Formigoni nella sentenza di condanna definitiva in Cassazione non siano state concesse le attenuanti generiche proprio per la mancanza di collaborazione (non si è mai sottoposto a interrogatorio), dunque giudica “incoerente” la decisione del Tribunale di Sorveglianza chiedendo ora un nuovo ricorso in merito.