La fornitura delle materie prime critiche continua a preoccupare. Si tratta di materiali che hanno importanza economica e tecnologica strategica che però sono caratterizzati da una scarsità di approvvigionamento. Una scarsa abbondanza, ma non solamente: in molti casi la loro presenza è limitata in zone caratterizzate da tensioni geopolitiche o conflitti bellici, come sottolinea Il Sole 24 Ore. Le materie prime vengono elencate, ogni tre anni, in una lista della Commissione Europea, aggiornata al 2023.
Si tratta di materiali necessari in tante applicazioni: servono per costruire cellulari, computer, sistemi GPS, droni, satelliti ma anche sistemi di difesa. La loro mancanza, dunque, crea un problema non da poco a varie industrie. Lo scorso luglio il Ministro Urso, nel corso di un’audizione al Senato, ha quantificato in 34 le materie prime di primaria importanza per i destini europei: 16 sono legate alla transizione digitale ed ecologica, all’aerospazio e alla difesa. Se dovessero mancare queste, dunque, l’UE si troverebbe a fare i conti con un problema non da poco.
Materie prime: la scienza studia come sostituirle
Come potrebbero muoversi determinate industrie in mancanza di certe materie prime? Negli ultimi anni lo studio dei chimici si è concentrato sullo sviluppo di metodi sostenibili per il recupero e il riciclo delle Crm già presenti nei manufatti e sull’individuazione di materiali alternativi. Il primo è un obiettivo circolare: vengono ottimizzati materiali e prodotti nei quali i componenti siano facilmente separabili e riciclabili. Ad avviare la chimica circolare sono stati gli scienziati John Warner e Paul Anastas, come sottolinea Il Sole 24 Ore. I due statunitensi hanno introdotto i concetti di semplificazione e riduzione di componenti nella fabbricazione di un prodotto.
Oggi gli studiosi sono concentrati nel capire come riciclare soprattutto materie prime come litio, cobalto e terre rare. La ricerca si sta orientando nel sostituire tali elementi critici con altri più facilmente reperibili e abbondanti ma anche economici. Ad esempio il litio potrebbe essere sostituito con il sodio nelle batterie elettriche. Tanti gli enti che lavorano a processi simili. Anche la Società Chimica Italiana è pronta a dare il suo contributo alla ricerca, al fine di affrontare al meglio quella che è una grande sfida per l’economia del nostro tempo.