Il difensore dell'Inter Francesco Acerbi a Verissimo: "Ecco come sono rinato"
Il difensore dell’Inter Francesco Acerbi è intervenuto nel salotto di Silvia Toffanin a Verissimo su Canale Cinque. Il giocatore nerazzurro ha colto l’occasione per presentare la sua biografia: “Da qualche anno è nato il soprannome Leone, a me piace come animale, un solitario che sa quello che vuole. Mio padre il calcio non sapeva cosa fosse, voleva che facessi il calciatore però. Era una passione e lui era molto protettivo, esigeva molto e voleva sempre il massimo da me. Io di lì a poco persi la voglia di giocare e pensavo ad altro, siccome lui però non si arrendeva alla fine non ha fatto arrendere neanche me. Non ho mai detto ti voglio bene a mio padre, quando è morto è diventato un po’ un rimpianto, è un peccato.
Se n’è andato quando avevo 24 anni, sapevo che aveva una malattia al cuore che dopo i 40 gli avrebbe portato delle difficoltà importanti, un pochino ci si aspettava, ma quando accade non sei mai pronto. E’ stata dura nel tempo, una volta l’ho sognato anche se mi sono messo in bagno due ore a piangere. Non ero un alcolizzato, ma mi piaceva divertirmi e il calcio passava in terzo piano, decisi anche di smettere in due occasioni”.
Verissimo, Francesco Acerbi ricorda la malattia
Intervistato da Silvia Toffanin, Francesco Acerbi è tornato a parlare della malattia affrontata qualche anno fa, un tumore ai testicoli e una recidiva che hanno cambiato il suo modo di affrontare la vita:
“Non ero depresso ma non volevo pensare al calcio, non ci stavo più dentro, non riuscivo a dare quello che potevo dare, avevo altri pensieri. E’ stato un periodo durato prima della malattia. Li per lì presi male la malattia, venne fuori da dei valori sballati, al San Raffaele mi rassicurarono subito. In tre-quattro settimane mi sono ripreso ed è partito come se fosse stato uno stiramento. Poi ho avuto una recidiva, iniziai le chemio per qualche mese. A fine campionato senza un perché lasciai l’alcol, tolsi i superalcolici. Oggi prego, dico le mie cose che sono tante, è venuto tutto naturalmente. La Nazionale? Non l’ho mai rifiutata, ho detto no alla convocazione con la Norvegia, Spalletti non mi ha chiamato per un anno ma era lui l’allenatore, Gattuso se non mi vuole non è un problema, non farò mai polemica. Per una serie di motivi però ho deciso di non andare, non era giusto. Non mi sento vecchio per il calcio, per gli altri magari ma non per me”.
