In Francia sta entrando nel vivo la ‘battaglia’ promessa e promossa dal presidente Emmanuel Macron per cacciare tutti gli imam cosiddetti distaccati. Si tratta di funzionari religiosi musulmani che sono stati formati all’estero e, con un contratto gestito dagli stati in cui vivono (soprattutto Algeria, Marocco e Turchia), lavorano sul territorio francese. Si tratta, insomma, di qualcosa di simile ai diplomatici, ma che operano in campo religioso, invece che politico.
Gli imam distaccati in Francia sono circa 300 sugli oltre 1.900 totali, mentre la battaglia di Macron contro questi particolari funzionari religiosi è iniziata oltre quattro anni fa, ma poi rallentata dalle diverse crisi che si sono susseguite. Secondo il presidente, cacciarli o quantomeno regolamentarli con contratti di lavoro francesi, è un modo per combattere il separatismo islamico, ovvero la tendenza di una certa parte di fedeli musulmani a chiudersi all’interno di una piccola società personale, che rigetta quella socialmente riconosciuta. Inoltre, gli imam distaccati secondo il governo della Francia alimentano un sistema chiamato islam consolare, che indica un presunto controllo da parte dei ministri degli Affari religiosi degli stati da cui provengono i funzionari sulla politica interna francese. La maggior parte di loro, comunque, hanno deciso di rimanere sul territorio francese, optando per la regolamentazione contrattuale.
Imam distaccati: perché cacciarli dalla Francia è un inutile controsenso?
La scelta di cacciare gli imam distaccati dalla Francia, tuttavia, è apparsa ai più (e specialmente ai musulmani) come una mossa politica. Infatti, molti imam ci vedono la semplice volontà di Macron di far credere ai francesi che così facendo si risolverà definitivamente il problema dell’estremismo religioso, ignorando che nella realtà i funzionari religiosi assunti dagli altri stati sono formati e accuratamente scelti per la loro missione.
Cacciare gli imam distaccati dalla Francia potrebbe aumentare la sfiducia dei musulmani nel governo e spingerli, secondo alcuni critici, a rivolgersi a religiosi autoproclamati il cui scopo è realmente quello di diffondere idee estremiste. Inoltre, la misura ignora che anche gli imam che si sono formati sul territorio francese, e dunque non parte di quelli assunti da altri stati, studiano in istituti gestiti o dagli stessi stati da cui provengono, oppure dal Forum de l’Islam de France, di cui fa parte l’organizzazione Musulmans de France, che è costola dei Fratelli Musulmani. Cacciare gli imam distaccati dalla Francia, insomma, è sicuramente una mossa politica, ma secondo i critici anche piuttosto fine a se stessa.