Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione, ha commentato in una intervista a Libero Quotidiano il ritorno dei giudizi sintetici nelle pagelle della scuola primaria. L’obiettivo è quello di essere esaustivi nei confronti delle famiglie. “Non siamo tornati al passato e non abbiamo nemmeno fatto un blitz. Semplicemente abbiamo ascoltato docenti e genitori che ci hanno chiesto di avere per i loro figli giudizi chiari e comprensibili”, ha spiegato.
SCUOLA/ In classe senza telefonino: non basta un divieto per rispondere alla vera domanda dei ragazzi
Il rischio infatti è che indorando eccessivamente la pillola, i genitori e i bambini stessi talvolta non si rendano conto del rendimento. Spesso se questo è negativo. “Non è questione di buonismo. Noi pensiamo che nascondere i giudizi non sia propedeutico alla crescita. La scuola primaria deve continuare ad essere inclusiva e a non lasciare indietro nessuno. Per questo se uno studente prende un insufficiente in pagella deve essere aiutato a rimediare. Nel contempo spieghiamo ai ragazzi che la vita è fatta anche di difficoltà che bisogna affrontare e superare”, ha aggiunto l’esponente del Governo di Giorgia Meloni.
Esame di avvocato, c’è bando per sessione 2024-25/ Modalità confermate: prova scritta e orale in tre fasi
Frassinetti: “Voti danno dignità a scuola”. L’importanza per la crescita
Il lavoro che il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta compiendo in questi mesi è consistente e non riguarda esclusivamente la riforma dei voti nelle scuole primarie. “L’obiettivo principale di questa prima fase è stato quello di delineare una scuola dove l’insegnante possa ritrovare l’autorevolezza del suo ruolo. Si legge così sia l’aumento degli stipendi per i docenti, sia l’inasprimento delle pene per chi li aggredisce. In egual misura sarà importante rimettere l’educazione civica quale materia di studio”, ha riassunto la sottosegretaria Paola Frassinetti.
Roma, Valditara su professore accusato di razzismo "Ex Pd e antifascista"/ Ascani: "Uscita da militante Lega"
La strada però è ancora lunga e genitori ed educatori non sono esenti dal percorrerla insieme all’esecutivo. “Stiamo lavorando per rifondare il patto tra scuola e famiglie, con queste ultime che non devono minare l’autorità dei docenti. Senza dimenticare l’importante piano per combattere la dispersione scolastica, soprattutto nel Sud del Paese. Come è successo a Caivano”, ha concluso.