Il fumo è la seconda causa di morte al mondo e miete annualmente otto milioni di vittime. In Italia, inoltre, il consumo di sigarette è in crescita fra le donne e le ragazze (4,5 milioni di fumatrici): sono solo alcuni dei dati rilasciati da LILT Milano Monza Brianza, che ha svolto un’indagine sul rapporto degli italiani con le sigarette durante e dopo la quarantena al fine di celebrare la Giornata Mondiale senza tabacco (31 maggio). Come spiegano dal sodalizio lombardo, la ricerca “SARS-COV-2: gli impatti sulla percezione della salute e sui comportamenti dei fumatori” è stata commissionata all’istituto SWG, che l’ha condotta nel mese di maggio su un campione di 2.623 italiani, donne e uomini provenienti da tutte le regioni, appartenenti a diverse fasce di età, fumatori e non fumatori. “In generale – si legge nel report – prevale la percezione che il fatto di essere in salute dipenda più da fattori esterni anziché dai comportamenti individuali. I fumatori sono stati percepiti meno a rischio nell’esposizione al virus rispetto ad altre categorie, in particolare rispetto a chi aveva pregresse patologie respiratorie o cardiache, nonostante il senso di incertezza e vulnerabilità creato dalla pandemia. Diverse le scelte adottate da chi fuma durante il lockdown. Circa il 50% degli intervistati ha mantenuto le proprie abitudini, il restante 50% le ha cambiate completamente: chi in meglio, approfittando dell’occasione per ridurre il fumo, chi in peggio aggrappandosi alla sigaretta per gestire lo stress e la noia”.
FUMO UCCIDE 8 MILIONI DI PERSONE ALL’ANNO: “1 FUMATORE SU 4 VUOLE SMETTERE”
“Dall’indagine emerge una consapevolezza pericolosa – ha dichiarato Marco Alloisio, presidente di LILT Milano Monza Brianza –: i fumatori non si sentono esposti perché tra i fattori di rischio per il Covid-19 si parla soprattutto di patologie pregresse e di età. La verità, invece, è che oggi i polmoni hanno un nemico in più: il Coronavirus si aggiunge al cancro e alle malattie cardiovascolari e respiratorie”. Tuttavia, qualcuno sta pensando di abbandonare il fumo, intenzione manifestata da un fumatore su quattro nel territorio di Milano e Monza, tanto che nelle intenzioni post pandemia la propensione alla riduzione del consumo di tabacco è ampia, sia a livello nazionale, dove il 18% dei fumatori pensa di smettere e un altro 26% di ridurre il consumo abituale, sia a livello locale, con il 38% dei fumatori lombardi e il 43% dei fumatori delle province di Milano e Monza e Brianza che si sono posti l’obiettivo di un comportamento maggiormente virtuoso.