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Home » Cronaca » Gaetano Badalamenti, chi era boss di Cosa Nostra/ L’omicidio di Peppino Impastato e i legami con gli Usa

  • Cronaca
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Gaetano Badalamenti, chi era boss di Cosa Nostra/ L’omicidio di Peppino Impastato e i legami con gli Usa

Silvana Palazzo
Pubblicato 14 Febbraio 2025
Gaetano Badalamenti

Un momento del collegamento in videoconferenza dagli Usa con il boss Gaetano Badalamenti (FRANCO LANNINO-STUDIO CAMERA / ANSA / PAL)

Chi era Gaetano Badalamenti, boss di Cosa Nostra e capo cosca di Cinisi: dall'omicidio di Peppino Impastato ai legami con gli Usa, dove è morto

CHI ERA IL BOSS MAFIOSO GAETANO BADALAMENTI

Morì lontano da casa Gaetano Badalamenti, interpretato da Giovanni Calcagno nel film “Il Traditore” in onda nella serata di oggi su Rai 3. Partiamo dalla fine per ricostruire la figura di questo boss “all’antica”, uno dei personaggi più importanti non solo nella storia della mafia siciliana, ma anche del traffico internazionale di droga del Novecento. Quando è morto, stroncato da un male, si trovava in un carcere del New Jersey a scontare la sua pena per traffico di droga. Non solo non aveva scontato neppure metà della sua pena, ma con la sua morte si è portato con sé molti segreti su Cosa nostra, che era riuscito a custodire anche dopo il suo arresto.


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In Italia, invece, il capo della cosca mafiosa di Cinisi era stato condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Peppino Impastato, mentre un anno prima della sua morte era stato assolto dall’accusa di aver ordinato l’assassinio di un altro giornalista, Mino Pecorelli.

Il pentito Antonino Calderone raccontò che Zu Tanu (questo il soprannome con cui veniva chiamato Gaetano Badalamenti) era il principale artefice di una serie di attentati in Sicilia per far presente a tutti che non solo la mafia era tornata, ma era anche più forte di prima.


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I LEGAMI CON GLI USA: DALLA GUERRA ALLA DROGA

Gaetano Badalamenti era legato agli Stati Uniti: vi emigrò clandestinamente, ma tre anni dopo tornò in Italia per mettere l’esperienza maturata al servizio della mafia siciliana, salvo poi essere anni dopo estradato e trovare lì la morte. Ma era soprattutto vicino agli apparati americani, infatti si narra che nel ’45 avrebbe organizzato con gli alleati lo sbarco delle truppe americane nell’isola. Infatti, si vantava di aver combattuto i fascisti come un partigiano.

Poi, appunto, Gaetano Badalamenti si ritrovò negli Stati Uniti per scontare una delle condanne collezionate nella sua vita, ma è anche colui che riuscì a ottenere un importante sconto di pena, cioè di 15 anni. Comunque, era un fiero rivale del corleonese Totò Riina. Neanche Tommaso Buscetta riuscì a scoprire il motivo per il quale il boss mafioso di Cinisi venne messo da parte nel ’78, tre anni dopo, poco prima che scoppiasse la guerra di mafia, lasciò la Sicilia e scappò in Brasile, dove incontrò proprio Buscetta.


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LA CONDANNA DEFINITIVA PER L’OMICIDIO DI PEPPINO IMPASTATO

Di Gaetano Badalamenti ha parlato recentemente la pm Franca Imbergamo, che lo ha fatto condannare in via definitiva per l’omicidio di Peppino Impastato. Era sola a rappresentare l’accusa, ma al suo fianco c’era Felicia Bartolotta, mamma della vittima che si costituì parte civile “in tempi in cui qualcuno negava l’esistenza della mafia“, ha dichiarato ai microfoni della Rai.

Quella donna, invece, la conosceva bene, perché la mafia le aveva ammazzato il figlio. “Io ho avuto i brividi quando lei ha detto, indicando Gaetano Badalamenti in videocollegamento, ‘tu hai ucciso mio figlio’. Io ho pensato che il processo poteva anche concludersi lì, probabilmente a livello emotivo, ma questo mi caricava di enorme responsabilità“.

Alla fine, Imbergamo ha ottenuto la condanna di Gaetano Badalamenti: “È andata bene e ha dimostrato anche a coloro che pur avevano qualche retropensiero di diffidenza o di sottovalutazione, che forse la forza delle donne può vincere anche le battaglie più difficili“.


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