L'Italia è pronta a inviare circa 250 Carabinieri a Gaza: avrebbero il compito di addestrare le future forze di polizia palestinesi
Con la strada per la pace a Gaza che sembra essere – salvo imprevisti come ne abbiamo visti capitare molti nel corso degli ultimi due anni – tracciata e che entrerà nel vivo il prossimo lunedì con la firma ufficiale degli accordi che porteranno alla liberazione degli ostaggi nella giornata di martedì, l’Italia sembra essere pronta a farsi avanti per aiutare la ricostruzione della martoriata Striscia palestinese e garantire ordine e sicurezza a Gaza a lungo termine.
Ad anticiparlo è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenuto questa mattina su Rai 3 durante la diretta di ReStart, anticipando – anche se per ora non ci sono conferme ufficiali – che lunedì Meloni potrebbe essere presente alla firma dell’accordo tra Israele e Hamas; mentre – spiega il forzista – quando la tregua diventerà a tutti gli effetti pace, si dice pronto a “inviare i nostri militari” al fine di “garantire la sicurezza” dei palestinesi.
La missione italiana a Gaza: 200 Carabinieri per addestrare i poliziotti palestinesi, corsi a Vicenza e ricostruzione degli ospedali
A dettagliare ulteriormente la probabile missione italiana a Gaza ci ha pensato il Corriere della Sera, ma prima di arrivarci è utile ricordare che allo stato attuale sul territorio palestinese sono già dislocati alcuni (apparentemente sette) militari dell’Arma che si occupano dei controlli ai valichi di accesso della Striscia: prima dell’attuale conflitto ve n’erano circa 200 in qualità di istruttori, poi richiamati in Italia da Crosetto nel 2023 con l’intensificarsi dei combattimenti e nuovamente inviati a Gerico (i sette ai quali facevamo riferimento) circa un anno più tardi.
L’ipotesi sul tavolo attualmente sarebbe quella di rispettare solo parzialmente la richiesta avanzata dagli USA che vorrebbero almeno 500 dei nostri Carabinieri operativi a Gaza: l’idea sarebbe quella di limitare il numero tra i 200 e i 250 militari che assumeranno nuovamente il compito di istruttori per le future forze di polizia palestinesi; insegnano loro le regole di ingaggio, le modalità per mantenere l’ordine e tutte quelle fasi operative necessarie per condurre un’indagine.
Non solo, perché oltre ai militari dislocati a Gaza – per i quali, secondo il Corriere, servirà prima il via libera da parte del Parlamento e probabilmente anche del dicastero della Difesa -, l’idea sarebbe quella di tenere al contempo dei corsi di formazione a Vicenza (presso l’accademia Co-Espu che vede anche la partecipazione degli USA) per le autorità palestinesi; mentre non dovrebbe mancare neppure un progetto di ricostruzione degli ospedali di Gaza in collaborazione con la Germania.