Sanchez all'incontro per la firma sulla tregua a Gaza: "Ok all'invio di truppe per la sicurezza ma manteniamo le sanzioni contro Israele"

Piano di pace per Gaza, anche il premier spagnolo Pedro Sanchez, presente alla cerimonia per la firma a Sharm el Sheikh, ha aperto alla possibilità, avanzata già da vari leader europei, dell’invio di truppe per garantire la sicurezza dopo il cessate il fuoco. In occasione dell’incontro tra mediatori impegnati al raggiungimento della tregua tra Israele e Hamas, il primo ministro ha rilasciato una intervista all’emittente Ser, nella quale ha anticipato l’intenzione di voler partecipare alla missione militare, non solo come presenza a livello internazionale durante questa prima fase, ma anche successivamente per l’impegno attivo nella ricostruzione e nel consolidamento di una pace permanente.



Per questo motivo, ha anche ribadito che le posizioni del governo della Spagna resteranno le stesse, soprattutto in merito al riconoscimento dello Stato di Palestina, una decisione alla quale ha riconosciuto un ruolo importante per i progressi raggiunti. Nonostante i commenti positivi sulla situazione attuale e sullo stop alla guerra, Sanchez ha voluto comunque sottolineare che non dovrà essere interrotto il processo giudiziario, aperto dal tribunale internazionale, che dovrà attribuire le responsabilità ai colpevoli del genocidio, in particolare ai membri del governo israeliano che non potranno restare impuniti.



Vertice Sharm, Presidente Trump firma l’accordo di pace a Gaza (ANSA-EPA 2025)

Piano di pace Gaza, Sanchez: “La Spagna invierà truppe militari ma manterrà sanzioni contro Israele”

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, presente alla firma dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas, ha mostrato la disponibilità all’invio di truppe militari e alla partecipazione nella ricostruzione post guerra della Striscia, senza però retrocedere nelle decisioni prese in merito alle sanzioni contro Israele. Soprattutto sull’embargo alle armi, per il quale ha chiarito che: “Resterà in vigore fino a quando non sarà raggiunta una pace definitiva“, sottolineando che questa fase è solo un cessate il fuoco che dovrà essere trasformato in una condizione permanente di sicurezza.



Nella stessa occasione il leader ha anche incontrato Donald Trump, con il quale ha avuto uno scambio di opinioni in merito al ruolo della Spagna nella Nato e all’aumento della spesa comune per la difesa. Il presidente statunitense, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, avrebbe insistito nuovamente sul raggiungimento del 5% del Pil, una condizione precedentemente respinta durante il vertice dell’Alleanza, che ora potrebbe essere rimessa in discussione, nonostante il paese abbia già soddisfatto il requisito del 2%, impegnandosi contemporaneamente nella difesa dello stato sociale.