Usa porteranno all'Onu piano di ricostruzione di Gaza per evitare scontro su riconoscimento Palestina: cosa prevede, anche per quanto riguarda Hamas

IL PIANO AMERICANO PER LA RICOSTRUZIONE DI GAZA

Gli Usa si starebbero preparando a proporre alle Nazioni Unite un programma mirato alla ricostruzione di Gaza, con l’obiettivo di scongiurare tensioni all’interno dell’Assemblea generale legate al riconoscimento formale dello Stato palestinese. Come riportato dal Guardian, la bozza prevede l’istituzione temporanea di un’amministrazione tecnica della durata di dodici mesi, il dispiegamento di una missione internazionale per garantire la sicurezza, la smilitarizzazione di Hamas e l’esclusione di qualsiasi progetto di deportazione di massa della popolazione locale.



Parallelamente, sono in corso confronti sui piani già elaborati per il recupero dell’area, ma i nodi più difficili da sciogliere restano due: l’attuazione effettiva del disarmo di Hamas e la possibilità che figure con legami passati con il movimento islamista o con attività terroristiche possano presentarsi alle future elezioni politiche palestinesi, sia presidenziali sia legislative.



“HAMAS NON PUÒ SPARIRE DALL’OGGI AL DOMANI”

In merito alla possibilità che i membri di Hamas partecipino alle future elezioni, l’ambasciatore palestinese nel Regno Unito, Husam Zomlot, ha affermato: «Dipenderà dalle revisioni interne a Hamas. Vi assicuro che il popolo palestinese è molto intelligente; eleggerà le persone che effettivamente lo serviranno al meglio».

Un padre con in suoi figli nella Stirscia di Gaza dopo un bombardamento israeliano, 25 dicembre 2023 (Ansa)

Per Zomlot deve esserci un unico governo, una sola autorità di polizia e una sola legge, in quanto «la richiesta centrale ora è quella di preservare l’unità del nostro territorio». D’altra parte, ha avvertito che Hamas «fa parte del tessuto politico, nazionale e sociale del popolo palestinese», per cui non «potrà scomparire dall’oggi al domani».



Per Zomlot non si può parlare di cancellazione di Hamas, «ma di riforma, di un cambiamento di direzione e di dialogo interno, al fine di sventare il progetto di annientamento totale da parte di Israele».

IL MESSAGGIO DI AMNESTY INTERNATIONAL

Intanto ieri Amnesty International ha nuovamente invitato Israele a “cessare immediatamente la sua escalation di attacchi su vasta scala contro la città di Gaza e i suoi piani di sfollamento di centinaia di migliaia di residenti, che aggraveranno le sofferenze già insopportabili della popolazione civile, già provata dalla deliberata campagna di fame e dal genocidio in corso contro i palestinesi nella Striscia di Gaza occupata“.

Ma Erika Guevara Rosas, direttrice senior per la ricerca, la difesa dei diritti, le politiche e le campagne di Amnesty International, ha mandato un messaggio anche in vista dell‘Assemblea generale delle Nazioni Unite della prossima settimana, chiedendo di “intraprendere azioni concrete per fermare il genocidio di Israele e chiarire che le sue politiche disumane non saranno più tollerate“.

Infine, per quanto riguarda il piano postbellico, “apparentemente sponsorizzato dagli Stati Uniti, che prevederebbe lo sfollamento forzato dell’intera popolazione di Gaza, sottolinea l’urgente necessità che gli Stati rispettino i propri obblighi giuridici per impedire ulteriori gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra“.