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Home » Economia e Finanza » Economia UE » GERMANIA IN CRISI/ “Dalla burocrazia al protezionismo, i nodi dietro la stagnazione economica”

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GERMANIA IN CRISI/ “Dalla burocrazia al protezionismo, i nodi dietro la stagnazione economica”

Alessandro Fontana
Pubblicato 4 Agosto 2024 - Aggiornato alle ore 03:47
Da sin: Robert Habeck, il cancelliere Olaf Scholz, Christian Lindner (Ansa)

Da sin: Robert Habeck, il cancelliere Olaf Scholz, Christian Lindner (Ansa)

L'economia tedesca ha fatto registrato un dato negativo per il secondo trimestre dell'anno. Intanto le ferrovie non hanno visto i miglioramenti previsti

STOCCARDA – Sorprendentemente (ma non troppo) l’economia tedesca ha registrato una contrazione nel secondo trimestre: da aprile a giugno il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. La Germania perde quindi terreno nei confronti dell’Eurozona, che nello stesso trimestre ha registrato una crescita più forte del previsto: +0,3% rispetto ai primi tre mesi del 2024. Complessivamente, guardando i dati degli ultimi periodi, più che di recessione è opportuno parlare di stagnazione.


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Anche l’indice IFO è scivolato a 87,0 punti in luglio, dal valore di 88,6 punti registrato a giugno. L’atmosfera è particolarmente negativa nell’industria, che attrae pochi investimenti, mentre l’utilizzo degli impianti è fermo al 77,5%, sei punti percentuali al di sotto della media pluriennale. Secondo il Presidente dell’IFO Clemens Fuest, l’attuale recessione economica dipende da nodi fondamentali che stanno venendo al pettine, tra cui il crescente peso della burocrazia, le tasse elevate e il calo della popolazione attiva. Ci sono anche rischi geopolitici congiunturali: quelli legati al protezionismo e a una fase di debolezza dell’industria mondiale, che colpisce la Germania in modo particolare.


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Per contrastare il fenomeno, il Governo ha varato un “pacchetto di crescita”, che prevede, ad esempio, vantaggi fiscali per l’ammortamento degli investimenti e una detassazione delle spese R&D. Il Governo semaforico intende anche ridurre la burocrazia e introdurre sgravi ad-hoc per le aziende ad alta intensità energetica. Il pacchetto prevede complessivamente 49 misure che, secondo le stime dell’Esecutivo, potrebbero portare nel 2025 a un’ulteriore crescita di (rullo di tamburi) oltre mezzo punto percentuale. Il pacchetto non convince le opposizioni, che parlano di “riformicchie”.


LA CRISI DI ITALIA E GERMANIA/ Le strategie per il rilancio delle loro economie possono fondersi bene


Il ministro delle Finanze Christian Lindner ha concesso un’intervista al Capo Redattore di ARD, Matthias Deiß, rivendicando l’efficacia dell’azione governativa. Secondo Lindner, il bilancio della difesa è stato incrementato (anche se il ministro della Difesa Pistorius non è d’accordo) e la Germania soddisfa l’obiettivo di investire il 2% del Pil nella difesa. Lindner ammette disaccordi nella maggioranza, che sono probabilmente anche disaccordi nella società civile. Le tasse non aumenteranno (come invece vorrebbero Spd e Verdi) e il “freno all’indebitamento” non si tocca. La stabilità finanziaria è infatti un asset fondamentale (Francia docet), attualmente sotto assedio a causa di un’escalation delle spese sociali dovute all’immigrazione. Ci sono poi le ferrovie da sistemare.

Come riportato da Tagesschau, nella prima metà del 2024 la Deutsche Bahn ha infatti registrato una perdita di 1,2 miliardi di euro. Scioperi, condizioni meteorologiche estreme, cantieri vari e domanda debole hanno notevolmente peggiorato il risultato del gruppo rispetto all’anno precedente (nello stesso periodo del 2023, la perdita del gruppo ammontava a soli 71 milioni di euro). Secondo il Presidente del board delle ferrovie Richard Lutz, entro la fine dell’anno l’azienda dovrebbe tornare in attivo, almeno sul piano operativo, cioè al netto degli interessi e delle tasse. I numerosi investimenti nell’infrastruttura dovrebbero venire infatti rimborsati da parte del Governo federale.

Il servizio lascia sempre un po’ a desiderare. La puntualità nel trasporto a lunga distanza è stata del 62,7% nella prima metà dell’anno, in peggioramento rispetto alla prima metà del 2023 (l’obiettivo era un tasso del 70%). Nel mese di giugno la situazione è stata particolarmente difficile. In diverse regioni si sono verificate inondazioni, danni alle dighe e smottamenti, che hanno compromesso il traffico ferroviario. Sfortunatamente, a giugno c’è stato anche un picco di traffico, a causa dei Campionati Europei di calcio.

Giulio Andreotti, Padre nobile della Prima repubblica, pensava che esistessero due categorie di pazzi: “quelli che credono di essere Napoleone e quelli che credono di poter risanare le Ferrovie dello Stato”. Chi avrebbe mai detto che questo motto avrebbe trovato applicazione anche per la Deutsche Bahn?

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Tags: RecessioneEconomia Germania

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