In Germania il ministro dell'istruzione ipotizza di limitare il numero di studenti migranti per classe: così, a suo avviso, migliorerebbe l'apprendimento

Si è acceso negli ultimi giorni un ampio dibattito in Germania legato alla proposta del ministro federale dell’Istruzione Karin Prien – che fa parte dell’Unione Crisiamo-Democratica, o semplicemente CDU – di limitare a livello federale il numero di studenti migranti per ogni classe: una proposta che, in realtà, è più che altro un’ipotesi avanzata durante un colloquio con l’emittente televisiva chiamata Welt TV; ma che avrebbe generato comunque numerose opposizioni da diverse parti della società.



Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare che in Germania i singoli territori godono di un’ampia autonomia rispetto al governo federale sui temi relativi alla scuola, ma in ogni caso il ministro Karin Prien fin dal suo insediamento ha promesso una vera e propria rivoluzione: ad oggi ha mosso diverse proposte come quelle – apprezzatissime – per vietare tassativamente l’uno del cellulare nelle scuole elementari, per limitare l’abbandono scolastico e per introdurre un test linguistico obbligatorio per tutti gli studenti.



L’obbiettivo di Karin Prien è chiaro e punta a invertire i disastrosi dati del sistema scolastico in Germania: nel 2022, infatti, si toccarono i dati storici più bassi dal punto di vista della capacità di lettura degli studenti e delle competenze su matematica e scienze; mentre nel solo 2023 più di 56mila studenti (il 7% del totale, nonché dato più alto di sempre e in costante crescita da anni) abbandonare la scuola prima di conseguire il primo diploma.

La proposta del ministro Karin Prien: in Germania limitato il numero si studenti migranti per classe per favorire l’apprendimento

Tra i mezzi che Karin Prien intende adottare per ridare vigore al sistema scuola in Germania ci sarebbe – appunto – anche l’ipotesi di limitare il numero di studenti migranti all’interno delle classi: una proposta che è stata avanzata dal ministro come un “modello ipotizzabile“, sottolineando a Welt TV che sarebbe in corso lo studio degli approcci simili attutati da altri paesi – come per esempio la Danimarca – per capire se quel limite andrebbe posto al 30 o al 40%.



(Ansa)

Una proposta che – a suo avviso – aiuterebbe l’integrazione e l’apprendimento dato che ritiene che i pessimi dati sulla scuola in Germania siano trainati da classi con troppi migranti, ma non la pensa allo stesso modo l’associazione studentesca federale (chiamata Bundesschülerkonferenz) che ritiene una simile mossa un modo per “stigmatizzare” i bambini migranti, aumentando il rischio che le famiglie tedesche – specie nei quartieri a prevalenza di migranti – finiscano per rivolgersi all’istruzione privata.

Similmente, anche l’Associazione degli Insegnanti Tedeschi ritiene che una simile mossa – in un contesto come la Germania che vede interi quartieri dedicati solamente agli stranieri – sarebbe “difficilmente fattibile dal punto di vista organizzativo“, pur riconoscendo che la proposta sia “comprensibile, perché una composizione ben equilibrata delle classi” è fondamentale per l’apprendimento; suggerendo, invece, di stanziare maggiori fondi federali per “le scuole con un’altissima percentuale di bambini e ragazzi con problemi linguistici”.