Gianluigi Paragone spara ad alzo zero contro il Movimento 5 Stelle, pur nel suo modo senza peli sulla lingua che però nasconde ancora anche un forte movimento a quella forza politica che, parole sue, aveva raggiunto il 32% perché si era posta come forza anti-sistema e che invece oggi starebbe sconfessando tutte le sue promesse elettorali. All’indomani della decisione dei probiviri pentastellati di espellerlo dal Movimento dopo la mancata fiducia all’esecutivo Conte bis e poi la querelle legata alla Manovra Finanziaria, l’ex conduttore de “La Gabbia” si è sfogato in una lunga intervista con Luca Telese per “La Verità”, e tra ironia e una punta di amarezza ha spiegato che il grillini oggi sono “il nulla”, come anche Luigi Di Maio e coloro che l’hanno cacciato, facendo anche una citazione da “La Storia Infinita” di Michael Ende che non tutti anno colto. “Una citazione troppo raffinata, non è arrivata: comunque il nulla sono tutti quegli yes-man che ha intorno Luigi, i miracolati della Lotteria Pomigliano” attacca Paragone facendo pure riferimento che nel team di “facilitatori” preannunciato dal Ministro degli Esteri ci sarebbe anche un suo cugino. “Prima delle Europee ero stato il primo a porre il tema del suo doppio incarico e non era ancora successo tutto il disastro a cui stiamo assistendo” rincara la dose il giornalista secondo cui oramai Di Maio non è più anti-sistema e che fa danni di cui non si rende nemmeno più conto.
GIANLUIGI PARAGONE, “DI MAIO E’ IL NULLA PERCHE’…”
Tuttavia, nella citata intervista-chiacchierata col noto retroscenista politico, Gianluigi Paragone nega che le sue bordate e la volontà di voler portare i probiviri del Movimento 5 Stelle davanti a un giudice ordinario (anche per evidenti conflitti di interesse) siano l’anticamera di un suo passaggio alla Lega: “Si tratta di una falsità: io non mi muovo dal M5S e anche se mi hanno espulso, sono stato espulso dal nulla e arriverò fino alla magistratura se serve” ha spiegato il senatore secondo cui il partito di Matteo Salvini è parimenti poco credibile perché vuole candidare Mario Draghi al Quirinale. “Io sono coerente e sono contento di quello che ha detto Alessandro Di Battista, lo ringrazio pubblicamente: anzi se me lo chiedesse lui mi candiderei…” ha poi ammesso, spiegando che il suo obbiettivo non è organizzare una sua forza, e tanto meno di avere delle “truppe” con sé, ma solo di voler battere da ora l’Italia palmo a palmo per parlare con gli attivisti e portare avanti le sue storiche battaglie contro i vincoli di Bruxelles e il Patto di Stabilità. “Perché colpiscono solo me? Perché rompo le palle: ci sono decine di casi di inadempienti ma se la prendono solo con me” che conclude affermando che il Movimento da lui vagheggiato può esistere ancora e ricorda che il naufragio del Movimento è tutta colpa di Di Maio “e dei suoi amici”.