Giorgia Prete racconta stasera a Tv7 la notte in cui è stata accoltellata più volte dal suo ex fidanzato e ha rischiato di morire davanti ai suoi genitori

Giorgia Prete questa sera sarà in televisione, ospite a TV7 su Rai 1 alle 23.30, per raccontare per la prima volta pubblicamente quello che ha vissuto la notte in cui ha rischiato di morire, quando una serata normale si è trasformata in una corsa contro il tempo per restare viva: è una storia dura, che parte da Racale, un paese del Salento, e che racconta in modo crudo cosa può voler dire essere vittima di un tentato femminicidio, anche se lei – per fortuna – oggi è qui a poterlo raccontare.



Era il 2024, aveva solo 21 anni, era giugno, e come spesso accade nei piccosi paesi di provincia si era ritrovata con la solita compagnia, ma quella notte, il suo ex compagno, Giuseppe Proce, ha fatto irruzione nella sua vita in un modo che nessuno avrebbe potuto immaginare e dopo averla riaccompagnata a casa, è tornato poco dopo, in piena notte, spaccando i vetri dell’auto parcheggiata e svegliando l’intera famiglia con calci e pugni contro la porta di casa.



All’inizio poteva sembrare solo un gesto dettato dalla rabbia, ma quando è riuscito a entrare, forzando l’ingresso, le cose sono degenerate: ha urlato, minacciato, costretto Giorgia, sua madre e suo fratello a rifugiarsi in salotto, poi, dopo essersene andato una prima volta, è tornato di nuovo, stavolta con due coltelli, ha colpito Giorgia prima al braccio, poi al collo, anche mentre lei era già a terra, tutto questo è successo con i suoi genitori lì, davanti, impotenti.

Lei ha tentato di chiamare i soccorsi con la telefonata che si è interrotta di colpo, ma l’allarme era comunque partito e i carabinieri sono arrivati poco dopo, Giorgia Prete intanto veniva trasportata in ospedale in codice rosso, prima a Gallipoli e poi a Tricase, dove è stata operata d’urgenza; è uscita viva da quell’incubo per pochissimo, i coltelli le hanno sfiorato i vasi sanguigni ma non li hanno recisi, e questo – lo dicono i medici – è stato determinante per salvarle la vita.



Giorgia Prete è viva, ma porta addosso tutto quello che quella notte ha lasciato: un’aggressione feroce, dentro casa sua

Giorgia Prete oggi sta meglio, è fuori pericolo da tempo, ma quello che ha vissuto non lo si dimentica facilmente, anche se il corpo è guarito e le ferito si sono chiuse, resta tutto il resto, quello che non si vede e quella notte non è stata solo un’aggressione fisica, un tentato femminicidio fortunatamente sventato, ma un momento in cui le è stata tolta la possibilità di sentirsi al sicuro, perfino a casa sua, con la sua famiglia; i colpi ricevuti erano profondi, ben indirizzati, e potevano avere un esito molto diverso.

In casa sono rimaste le tracce della violenza, ma anche fuori, dove i carabinieri hanno trovato i due coltelli usati, ancora sporchi di sangue, con addirittura alcuni capelli attaccati alla lama, mentre gli abiti di Giuseppe Proce erano intrisi di sangue, così come quelli del suo amico, che era lì con lui quella notte, un dettaglio che aggiunge ancora più brutalità e premeditazione all’agguato.

Oggi lui è in carcere, subito dopo l’aggressione la custodia cautelare è stata confermata perché il giudice lo ha definito un soggetto violento, impulsivo, senza freni, e quello che ha fatto parla da solo ma Giorgia Prete non vuole che tutto si fermi lì, per questo ha deciso di parlare, di metterci la faccia e la voce, perché – come ha raccontato anche a chi le è stato vicino – uscire dal silenzio è stato uno dei passi più difficili ma anche uno dei più necessari.

E lo fa in televisione non per spettacolarizzare il dolore, ma per dire che sì, si può sopravvivere, ma che non si dovrebbe mai arrivare a rischiare la vita per colpa di un’aggressione dentro casa propria, da parte di qualcuno che si conosceva da anni e millantava amore; la sua testimonianza è un modo per far capire che quelle notti possono succedere a chiunque, in qualsiasi contesto, e che raccontarle – senza fronzoli, senza esagerazioni – serve a non farle passare sotto silenzio e a dire forte che lei, oggi, è ancora qui.