Giorgio Bianchi: “Io putiniano? Ho solo contestato Draghi”/ “Accuse grottesche”

- Josephine Carinci

Giorgio Bianchi, fotografo e regista finito nella lista dei "putiniani" d'Italia, ha spiegato la sua posizione ponendosi contro le accuse

giorgio bianchi rete4 2022 640x300 Giorgio Bianchi a Zona Bianca

Giorgio Bianchi, fotografo, regista e giornalista, è finito nella lista dei “putiniani” d’Italia. Il reporter, che ha firmato documentari importanti e pubblicato vari testi fotografici, rientra nella lista di quelli che in Italia sarebbero “pro-Putin” secondo il Corriere della Sera. A La Verità, Bianchi ha spiegato: “Io pagato da Putin? Macché, ho la colpa di contestare Draghi, Non faccio propaganda e non ho compiuto reati, ho solo criticato la nostra politica estera”.

Tra i lavori del regista c’è il documentario Divided, girato sui due fronti, che racconta il conflitto. Il giornalista spiega: “Ebbene, la parte russa non ha mai chiesto di vederlo, la parte ucraina sì. E dopo averlo visto voleva che fosse ritirato, e ha imposto alla troupe ucraina di ritirare la firma pena non entrare più nel Paese. La troupe aveva girato immagini in una sede di Pravij Sektor, in cui alcuni avevano parlato di pulizia etnica, e altri spiegavano che il saluto nazista in realtà era un antico saluto al sole. Forse il governo ucraino non ha gradito queste immagini. Sempre riguardo ciò che accade sul fronte ucraino, ricordo che il giornalista Lorenzo Giroffi ha denunciato di essere stato fermato e malmenato appena dopo essere entrato in Ucraina dalla Polonia”.

Giorgio Bianchi: “Accuse grottesche”

Sempre sulle pagine de La Verità, Giorgio Bianchi ha chiarito di non essere al servizio di Putin: “Sono otto anni che mi occupo di questo conflitto, a partire da Maidan. Ho sempre fatto il mio lavoro concentrandomi sui civili e limitando al minimo le questioni politiche. Il Cremlino non ha interesse a darmi soldi”. Il giornalista spiega che dall’Ucraina, è bandito: “Dall’altro lato non so cosa succeda perché dal 2015 non mi hanno fatto più entrare… Nel 2015 fui convocato dalla Farnesina. Mi fecero leggere una informativa dei servizi in cui c’era scritto che ero finito su una lista nera non ufficiale del Sbu, l’intelligence ucraina. Dunque mi sconsigliavano di tornare sul posto. Nel 2018 ho provato a rientrare in Ucraina, sono stato arrestato all’aeroporto. Volevano farmi firmare un foglio di cui non riuscivo a capire il contenuto ma poi per fortuna si sono fermati, mi hanno caricato su un aereo e rispedito in Italia. Successivamente sono stato schedato su Myrotvorets, quella sorta di lista di proscrizione di nemici dell’Ucraina gestita dalla Sbu. Da allora non ho più provato a rientrare”.

Parlando della lista del Corriere della Sera, Bianchi spiega che si tratta di accuse grottesche. “Secondo ciò che dice il Corriere, sarei andato in Ucraina per fare attività propagandistica. Quindi uno che fa il suo lavoro, e che per otto anni non si fila nessuno, sta facendo propaganda? E dove sarebbe i vantaggi? Non posso fare il mio lavoro seguendo le mie idee e la mia linea altrimenti sono un propagandista? Grottesco. Hanno scritto che amministro il canale Telegram Giubbe Rosse, ma è completamente falso: l’amministratore è un’altra persona che tra l’altro conosco. Il canale, poi, ha 60.000 follower e non 100.000 come hanno scritto” ha commentato.







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