Giovanni Soldini è il velista ospite della nuova puntata di Kilimangiaro Estate. Così racconta il suo salvataggio nel ’99: “Non fu un atto eroico”.
La carriera di Giovanni Soldini
Classe 1996, Giovanni Soldini è nato a Milano ma è stato adottato da Sarzana, un paese della provincia di La Spezia. La sua vita, fin da piccolo, l’ha trascorsa in mezzo agli oceani, in team o in solitaria. La sua carriera è stata senza dubbio segnata da quell’intervento imprevedibile nel 1999, un salvataggio durante una gara che lui non definisce un atto eroico. “Il coraggio è altra cosa”, spiega. “È rincorrere i propri sogni, costi quel che costi, e realizzarsi pur sapendo di avere tutti contro”. Proprio come ha fatto lui, rinunciando al sogno dei suoi genitori che lo volevano o ingegnere o avvocato. “Un giorno dissi loro che lo studio, almeno quello canonico sui banchi di scuola, non faceva per me. Scappai di casa con il vento in poppa e un tarlo nel cuore. Fu più difficile di una traversata in balìa dei marosi: ero il figlio scavezzacollo che li aveva delusi. E, ahimè, ne ero ben consapevole”.
Giovanni Soldini: “Il mare è una scuola di vita”
Pur parlandone con una certa amarezza, Giovanni Soldini non si è affatto pentito di quella scelta. Tutt’altro: oggi si sente un vero privilegiato. “Navigo a qualsiasi latitudine: solo negli ultimi anni ho fatto il giro del mondo quasi quattro volte. Una scuola di vita. In solitaria mi sono trovato a convivere con la natura, immensa in ogni sua manifestazione, spaventosa quando mostra il lato più insidioso e selvaggio. Ne ho compreso la straordinarietà: la rispetto, lei mi culla in ogni dove. In team ho creato legami indissolubili e capito che, quando si percorre un obiettivo comune, qualunque esso sia, anche le criticità apparentemente insormontabili si ridimensionano. Il mare e la barca mi hanno insegnato a gestire stress e pressioni. Ne faccio tesoro tutti i giorni giorno, in ogni situazione”.