La virologa Gismondo: “La comunicazione è stata carente”
Maria Rita Gismondo, virologa, ha rilasciato un’intervista sulle pagine de La Verità per parlare dei nuovi vaccini “aggiornati”. “La campagna che è stata condotta in estate per la quarta dose è stata già un flop”, comincia il medico. “Le persone sono stanche di vaccinarsi in continuazione: prima era stato detto che, in attesa della seconda dose, ne bastava una a proteggerle; poi hanno completato il ciclo, poi si sono fatti la terza, alla quarta magari si sottopongono anziani spaventati. Ma i giovani tutta questa voglia di correre all’hub non ce l’hanno”.
L’esperta ha spiegato di essere stata molto scettica sulla campagna vaccinale lanciata nel mese di agosto, in quanto i vaccini aggiornati sarebbero stati più efficaci: “Io ero tra quelli che dicevano che fosse inutile vaccinarsi ad agosto con il vecchio preparato, visto che poi sarebbero stati distribuiti i vaccini aggiornati. Il loro arrivo, tra l’altro, era stato annunciato nei mesi scorsi e ciò era demotivante, rispetto all’idea di una quarta dose con il farmaco tarato sul virus di Wuhan“. La comunicazione, a detta della virologa, non è stata azzeccata: “La gente si chiede: qual è il vaccino migliore? Quello di 15 giorni fa, o l’ultimo? E se quello di 15 giorni fa, come hanno dichiarato, ha la stessa efficacia del successivo, perché ne hanno fabbricati due diversi? E chi è il fortunato che riceve quello aggiornato? È un altro elemento che aggiunge diffidenza. La comunicazione, di nuovo, è stata carente. Anzi, controproducente”.
Maria Rita Gismondo: “Ho ricevuto una lettera di biasimo”
Sulle pagine de La Verità, Maria Rita Gismondo ha poi proseguito parlando della sperimentalità dei vaccini, caratteristica per la quale non sarebbe opportuno, a suo dire, proseguire con la campagna in un momento in cui il virus sembra meno aggressivo: “L’autorizzazione dopo la sola sperimentazione animale va bene solo se la tecnologia con cui è realizzato il vaccino è consolidata. Peraltro, è stato detto che questi vaccini a mRna sono stati saggiati per la sicurezza e la capacità immunogena; ma non sono state effettuate prove cliniche”.
Ad inizio pandemia, l’utilizzo dei vaccini, seppur sperimentali, era necessario a causa dell’aggressività del virus: adesso, a detta della virologa, non ci sarebbe più tale esigenza: “La velocità d’impiego, per il vaccino del 2020, era giustificata da una situazione d’emergenza. Adesso, questa necessità non c’è più. L’Oms stessa ha dichiarato che siamo vicini alla fine della pandemia. E il virus non provoca forme patologiche gravi come due anni fa. Dunque, non ha senso utilizzare di fretta un vaccino che non ha completato le sperimentazioni. Poi, facciamoci una domanda: che fine ha fatto il Novavax?”. Secondo Gismondo, i medici sarebbero stati intimiditi per aver avanzato domande sul vaccino stesso: “Abbiamo vissuto per un anno e mezzo nella paura di chiedere informazioni sul vaccino che esulassero dai corollari espressi dal ministero. Quando qualcuno alzava il dito, veniva subito etichettato come no vax, da mettere ai confini della società. I medici in primis sono stati intimiditi dai provvedimenti presi dall’Ordine. Io stessa ho ricevuto una lettera di biasimo”. La virologa aveva sollevato qualche dubbio, “in assenza di pubblicazioni scientifiche, sull’opportunità di vaccinarmi con un farmaco che era consigliato solo dal suo produttore. L’Ordine ha ritenuto che fosse un comportamento dissuasivo rispetto alla campagna vaccinale”.