A la Casa del Jazz continuano gli scavi con l'obiettivo di individuare i resti del giudice Adinolfi: ecco che cosa è emerso da Storie Italiane
Storie Italiane torna sul caso del giudice Adinolfi, scomparso da Roma il 2 luglio del 1994 e i cui resti potrebbero nascondersi sotto la Casa del Jazz. Da giorni sono iniziati degli scavi, così come richiesto dall’ex giudice Montoni, magistrato in pensione, da anni nemico numero uno della mafia romana. Stamane è stato intervistato proprio dal talk di Rai Uno al suo arrivo alla Casa del Jazz ed ha cercato di fare un po’ il punto sui lavori: “Abbiamo individuato dove vi sia questo tunnel, questa catacomba, non abbiamo trovato però il pozzo di accesso che c’era 29 anni fa; se lo troviamo ci arriviamo in un attimo. Adesso arriverà la trivella? Decide l’impresa”.
Sulle indicazioni di don Domenico, che per anni ha abitato vicino alla Casa del Jazz, ex villa dell’ex ‘finanziere’ della banda della Magliana, Nicoletti: “Don Domenico ci ha dato delle indicazioni chiare perché ci veniva da bimbo, ma questo luogo lo conosco bene perché l’ho sequestrato io anni fa”. Quindi ha proseguito: “Non sappiamo cosa vi sia, ma se hanno chiuso in modo anomalo questa galleria ed è stato anche tombato l’accesso, un motivo ci sarà; è una chiusura anomala di Nicoletti, dopo che aveva il progetto di fare una cantina di lusso”.
GIUDICE ADINOLFI, LE PAROLE DI DON DOMENICO
Di fatto l’ex membro della banda criminale aveva a disposizione una cantina spettacolare sotto una sontuosa villa, ma non si sa bene perché decise di murarla. Montoni ha proseguito: “Si riaprirà un’inchiesta sulla scomparsa del giudice Adinolfi? Se dovessimo trovare resti umani, sicuramente sì, ma ci aspettiamo di trovare altro, magari documenti, armi… non sappiamo se c’è il tesoro della banda della Magliana; a parte gli immobili che abbiamo recuperato, non l’abbiamo mai recuperato”.
Quindi ha concluso: “Si scaverà sempre allo stesso punto della sala di registrazione, ma fuori; non scaviamo dentro per non distruggere tutto, non è necessario del resto, la galleria passa sotto. I figli del giudice assisteranno? Decidono loro; per sensibilità noi li faremo assistere”.
GIUDICE ADINOLFI, LE PAROLE DI DON DOMENICO
Storie Italiane ha poi parlato anche oggi con don Domenico, convinto da sempre che lì sotto si nasconda qualcosa: “C’erano tanti acquirenti per quella villa, ma per gli appoggi che aveva Nicoletti nelle alte sfere riusciva ad orientare la vendita”. E ancora: “Devono scavare al centro della villa della casa, devono trovare l’accesso alla scala dove c’è l’accesso al casino”.
Quindi si domanda: “Hai una bella cantina, fatta bene, una volta altissima, sta scala che va giù, hai un casino di caccia… perché lo devi chiudere?”. Storie Italiane ha parlato infine anche con il giudice Capaldo, l’ex pubblico ministero che per anni indagò sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, che in merito alle segnalazioni di don Domenico ha spiegato: “Non sapevo di queste indicazioni di don Domenico, prendo atto di questi suggerimenti, ma non erano mai arrivati a noi. Io me ne sono occupato solo per alcuni anni, quindi è possibile che la segnalazione sia avvenuta in un altro periodo”.
