Caduta l'aggravante della premeditazione per il killer di Giulia Tramontano: la spiegazione del legale dei Cecchettin sulla sentenza di Impagnatiello
Si riapre per la famiglia della povera Giulia Tramontano la ferita aperta – e mai effettivamente richiusa del tutto – nel maggio del 2023 quando l’ex fidanzato Alessandro Impagnatiello l’ha uccisa con 37 coltellate mentre era incinta del loro primo figlio, Thiago: un caso che ha suscitato grande indignazione nell’opinione pubblica italiana e che anche a processo ci ha riservato alcuni, dolorosi, colpi di scena che hanno causato nuovi dolori che saranno difficili da curare.
Partendo proprio da qui, è utile ricordare che ieri è andato in scena l’ultimo atto del processo d’Appello a carico di Alessandro Impagnatiello al termine del quale la corte ha confermato al reo confesso assassino di Giulia Tramontano l’ergastolo già inflitto dal primo grado di giudizio: negata, però, la richiesta di riconoscere all’ex barista le attenuanti generiche – per aver collaborato con gli inquirenti ed essersi pentito – e di far cadere l’aggravante della crudeltà.
D’altra parte, secondo i giudici d’Appello, nell’omicidio di Giulia Tramontano non ci sarebbe stata alcuna premeditazione e questa aggravante è stata stralciata: proprio questa decisione – come fu con la crudeltà di Turetta nel caso Cecchettin – ha causato non pochi pruriti, con la famiglia della vittima che ha ricordato ai giornalisti che “l’ha avvelenata per sei mesi” cercando anche su internet “quanto veleno serve per uccidere una donna”.

Di un altro avviso la legale del reo confesso killer di Giulia Tramontano – che dal conto suo non ha ovviamente proferito parola dopo il processo – Giulia Geradini che si è detta “soddisfatta” per essere riuscita a far cadere “la premeditazione”, sostenendo che a suo avviso “non ci sono neppure gli estremi per l’aggravante della crudeltà“: la legale resta in attesa di poter “leggere le motivazione anche per quanto riguarda la mancata concessione delle attenuanti generiche” prima di prendere qualsiasi decisione sull’eventuale nuovo ricorso.
Il dottor Stefano Tigani spiega cos’è la premeditazione: perché non è stata riconosciuta per l’omicidio di Giulia Tramontano?
Per comprendere meglio cosa stia succedendo, il quotidiano Il Gazzettino ha raggiunto anche l’avvocato Stefano Tigani che assiste la famiglia di Giulia Cecchettin in un caso tristemente simile a quello di Giulia Tramontano: il dottor Tigani ha spiegato che per riconoscere la premeditazione serve provare “una preparazione dell’omicidio meticolosa, perdurante e pervicace” che supera anche il momento in cui “l’imputato ha modo di ripensare” all’intento delittuoso, ma decide di procedere comunque.
La premeditazione, spiega ancora il legale dei Cecchettin, è profondamente diversa dalla “preordinazione” che presuppone “il mero reperimento dei mezzi minimi necessari nel momento antecedente al fatto”, senza “soluzione di continuità e senza alcun ravvedimento”: in tal senso di tratta di un’aggravante molto difficile da provare e sul caso di Giulia Tramontano suggerisce di attendere “le motivazioni dei giudici” che forniranno tutte le “spiegazioni” che ora sembrano impossibili da comprendere.
